Droga: Belpietro può informarsi meglio leggendo iniziative legalizzazione Radicali


“Ci ritroviamo ad essere citati nell’editoriale di Maurizio Belpietro sul numero di Panorama in edicola oggi come paladini della liberalizzazione delle droghe.

Non può che farci piacere. L’articolo però prosegue con una serie di affermazioni poco accurate quando non errate.

Affrontando un tema così importante e delicato forse Belpietro, nella sua veste di giornalista e direttore, potrebbe avvantaggiarsi dei dati e delle informazioni contenuti delle nostre ormai decennali iniziative”, lo affermano in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.

“Radicali Italiani promuove la legalizzazione delle droghe. Lo abbiamo fatto insieme a decine di associazioni ed esperti depositando la proposta di legge “Legalizziamo”, mai discussa dal Parlamento e da ultimo promuovendo la campagna ‘IoColtivo’ lanciata da Meglio Legale e che ha visto migliaia di consumatori di cannabis ‘uscire allo scoperto’, autodenunciandosi, per chiedere al Parlamento la piena legalizzazione dell’autocoltivazione domestica.

È noto come nei paesi che hanno introdotto modelli di legalizzazione o depenalizzazione di sostanze stupefacenti il consumo sia rimasto invariato quando non diminuito. Inoltre i report internazionali”, continuano, “ci dicono che una legalizzazione porterebbe non solo benefici economici, in termini di risorse ottenute dalla vendita legale, ma anche sociali, posto che quelle stesse risorse verrebbero impiegate in politiche di informazione, prevenzione e repressione del crimine organizzato. D’altronde non siamo soli in questa lotta.

Belpietro scrive che là dove il consumo di stupefacenti è legale ‘si è lasciato campo libero alle organizzazioni criminali’. Falso, lo ha detto anche il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Cafiero De Raho audito in Commissione Giustizia alla Camera qualche giorno fa:’ la legalizzazione delle droghe leggere certamente toglierebbe alla criminalità organizzata una fetta di mercato’.

Laddove Belpietro cita l’aumento in misura esponenziale dei pirati della strada, gli ultimi dati Istat e della Polizia stradale disponibili dimostrano invece che non è nell’uso delle sostanze stupefacenti che deve essere ricercata la causa degli incidenti stradali. Così come del tutto priva di fondamento è la tesi in base alla quale il consumatore si tramuterebbe con facilità in ‘assassino’. Scaricare, ancora una volta, sui consumatori lo stigma di soggetti pericolosi significa arroccarsi su tesi irragionevoli, prive di ogni fondamento empirico e statistico, e, soprattutto, incapaci di fornire soluzioni concrete a drammi reali. Chiediamo a Belpietro un confronto aperto e pubblico sul tema. Certi che sia ancora in tempo, dati alla mano, per cambiare idea”, concludono.

Roma, 23 dicembre 2020