Coronavirus: dubbi su presenza soldati russi in Italia aggravati da intervento ambasciata contro le voci critiche


“Mezzi militari dell’esercito russo circolano sulle nostre strade e autostrade deserte. Alle domande che abbiamo posto, il Governo ha risposto  chiedendo di non proseguire, un invito arrivato direttamente dal presidente Conte, che in Senato ha detto di aver letto ‘qualche uscita polemica’ e ha pregato di non insistere più.

E invece insistiamo. Sia su chi comanda l’operazione, sia sulle forniture. Nella lettera dell’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov, inviata a La Stampa e pubblicata, l’uomo scrive che il giornalista Iacoboni ‘non avrebbe dovuto disorientare i lettori’, una frase di avvertimento che suggerisce come venga zittito chi, in Russia, osa dissentire dal regime. Qui, almeno per ora, le cose sono un po’ diverse.

Nella stessa lettera l’ambasciatore parla di militari esperti di difesa nucleare, chimica e biologica. Ecco che involontariamente sono avvalorati i nostri dubbi sulle ragioni per cui personale e mezzi militari russi si trovino sul territorio italiano. È vero o no, per esempio, che a guidare l’operazione è il generale Sergey Kikot, il vice comandante del reparto di difesa chimica, radiologica e biologica dell’esercito russo, uno degli ufficiali che negli anni si è occupato di scagionare il dittatore siriano Bashar al Assad sull’uso delle armi chimiche contro i suoi cittadini?” chiedono Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, Segretario, Tesoriera e Presidente di Radicali Italiani.

“Per quanto riguarda le forniture arrivate, invece, sono state particolarmente evidenziate quelle adatte a sanificare le strade, nonostante l’ARPA e l’Istituto Superiore di Sanità affermino che non vi siano prove dell’efficacia della sanificazione delle strade e pavimentazioni esterne. Altro che non fare polemiche. Queste sono domande semplici alle quali occorre dare risposta se si vuole fugare i dubbi, leciti e legittimi, che questo invio massiccio di truppe pone”.

29 marzo 2020