“L’allarme lanciato dall’Arpa della Regione Veneto al commissario delegato all’emergenza Pfas Nicola Dell’Acqua, in merito al ritrovamento nel fiume Po (in località Corbola) di sostanze perfluoro-alchiliche con concentrazione di ottanta nanogrammi per litro, deve essere preso molto sul serio”. Lo dichiara in una nota Massimiliano Iervolino, membro della direzione nazionale di Radicali italiani.
“Quello che preoccupa di più dopo i due diversi campionamenti effettuati dall’Arpa, nei mesi di marzo e aprile 2019, in prossimità di Castelmassa, al confine con Lombardia ed Emilia, è che l’inquinamento rilevato non è legato a quello provocato dall’azienda Miteni che, è bene ricordarlo, ha compromesso le falde idriche nei territori delle province di Vicenza, Verona e Padova. Quindi, ci sono altre fonti di inquinamento da Pfas, che mettono a grave rischio il fiume più grande d’Italia. Tutto questo avviene perché sui Pfas non ci sono limiti legislativi né a livello nazionale né a livello comunitario. C’è invece bisogno di una norma restrittiva sia per fermare questo disastro ambientale che per far pagare chi inquina le nostre acque, quindi è più che mai urgente un’iniziativa del Ministro dell’Ambiente Costa”, conclude.
17 aprile 2019