Oïub Titiev, responsabile dell’ONG Memorial in Cecenia è stato condannato, come riportato dal quotidiano «Le Monde», a quattro anni di colonia penitenziaria e a 100.000 rubli di multa per “acquisto e detenzione di stupefacenti” (200 grammi di marijuana) “trovati” nella sua macchina. Un caso fabbricato ad arte, secondo i suoi numerosi sostenitori russi e internazionali.
“Una storia, quella di Titiev, di ordinaria persecuzione in Cecenia”, commenta Silvja Manzi, Segretaria di Radicali Italiani, “Si potrà pensare che è stato persino fortunato ad avere una pena di quattro anni; nel 2009 Natalia Estemirova, che guidava Memorial Grozny prima di lui, è stata assassinata. Dal 2017, sono altrettanto vittime di persecuzione i cittadini ceceni omosessuali, con arresti, pestaggi, torture e reclusioni”, ricorda Manzi.
“Una ordinaria campagna di ‘purificazione del sangue ceceno’, secondo il dittatore locale Ramzan Kadyrov, grande amico di Vladimir Putin. Una campagna anti-LGBT che è stata rilanciata di recente, con nuovi arresti, torture, confisca del passaporto per impedire di trovare riparo all’estero e che ha fatto già numerose vittime. Ma nemmeno i divorziati vengono lasciati in pace”, continua, “Sono, infatti, costretti a tornare a vivere con il coniuge, pena una convocazione d’ufficio da Kadyrov stesso. Non c’è da stupirsi se i più preferiscono vivere da ‘separati in casa’…
Chiediamo, pertanto, al Ministro degli Esteri italiano Enzo Moavero e all’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Unione europea Federica Mogherini di chiedere alle autorità competenti della Federazione Russa di intervenire con la massima fermezza e diligenza perché cessino le sistematiche violazioni dei diritti umani e civili in Cecenia”, conclude Manzi.
26 marzo 2019