Di seguito la mozione generale presentata da Mario Staderini e Michele De Lucia, approvata dal Comitato nazionale di Radicali italiani con un solo astenuto.
Mozione Generale
Il Comitato Nazionale di Radicali italiani, riunitosi a Roma dall’11 al 13 ottobre 2013, udite le relazioni del segretario e del tesoriere, le approva.
Il Comitato ringrazia, insieme ai 67 mila cittadini che hanno assicurato con la loro firma il deposito della proposta dell’Associazione Luca Coscioni della legge di iniziativa popolare per legalizzare l’eutanasia, tutti coloro che, tra giugno e settembre, hanno sottoscritto i dodici referendum radicali, consentendo di depositare presso la Corte di Cassazione quasi 200 mila firme sui quesiti relativi a finanziamento pubblico dei partiti, otto per mille, immigrazione, droghe, divorzio breve, e circa 535 mila firme sui referendum su responsabilità civile dei magistrati, separazione delle carriere, incarichi fuori ruolo, custodia cautelare e in misura minore su ergastolo. Prende atto che, se per i referendum sulla giustizia giusta è stato fondamentale l’apporto del Popolo della libertà che ha deciso di investire su obiettivi radicali di riforma ad eccezione dell’abolizione dell’ergastolo, le sottoscrizioni sugli altri quesiti sono state raccolte in gran parte solo dai tavoli radicali e presso gli uffici comunali, con il disimpegno di chi -come SEL, PSI e Lega– aveva assicurato un significativo sostegno alla campagna referendaria. Pressoché totale, salvo singole eccezioni, l’ostracismo dell’intero Partito Democratico, il cui Forum immigrazione si era persino espresso a favore dei due referendum in materia e ed i cui massimi esponenti, che oggi firmano inutili appelli online, come l’attuale Segretario Epifani e quello in pectore Renzi, sono gli stessi che hanno girato le spalle e sostanzialmente sabotato la raccolta referendaria al pari della stampa e del ceto dirigente progressista.
Il Comitato riconosce che il Movimento non è riuscito a superare gli ostacoli -le modalità esclusivamente cartacee di raccolta e certificazione delle firme, l’obbligo di autenticare le sottoscrizioni in assenza di un servizio pubblico di autenticazione, l’inadeguatezza di molti Comuni nell’adempiere ai loro obblighi, l’incapacità del Ministero dell’interno di assicurare il rispetto delle leggi e della sua stessa circolare del 26 luglio 2013, la mancanza di garanzie sul diritto all’informazione- che trasformano l’esercizio del diritto ex art 75 della Costituzione in un’impresa titanica che rende proibitiva la raccolta firme su tutti quei referendum che non sono graditi ad almeno una delle grandi componenti della partitocrazia.
Nel ritenere dunque necessario insistere per la modifica del procedimento referendario previsto dalla legge n. 352/1970 in modo da garantire a tutti i cittadini il diritto effettivo a promuovere referendum, rivendica la scelta del Movimento di avviare la campagna referendaria che ha offerto opportunità di mobilitazione, aperto interlocuzioni e rafforzato anche le altre iniziative in corso, provando ad inserire nell’agenda politica questioni altrimenti espulse.
Ringrazia il compagno imprenditore Fabrizio Pilotto che ha reso possibile la partenza della campagna e tutti i militanti che, andando avanti per l’intero periodo estivo, hanno raccolto oltre 70 mila firme e agevolato la raccolta presso i Comuni.
Riconosce nel successo del dialogo ricercato da Marco Pannella con Silvio Berlusconi, conclusosi con la sua firma dei 12 referendum radicali, un dato politico extra-ordinario che ha permesso ad un gran numero di italiani di conoscere dell’esistenza stessa dei referendum e ha mostrato la vacuità di chi invece non ha mosso letteralmente un dito.
Il Comitato, insieme al sostegno dei referendum che supereranno il controllo della Cassazione, impegna gli organi dirigenti a:
- predisporre entro il XII Congresso e comunque immediatamente dopo il pronunciamento della Cassazione, una denuncia presso il Comitato diritti umani Onu contro lo Stato italiano per la violazione del Patto internazionale sui diritti civili e politici;
- continuare la battaglia per riformare e legalizzare il procedimento referendario sulla base delle misure già predisposte di semplificazione e digitalizzazione, sul modello di quanto accade in Svizzera e California, ricercando disponibilità, a partire da quella annunciata dal deputato doppia tessera Sandro Gozi, per la costituzione di un intergruppo parlamentare per la democrazia diretta.
Il Comitato prende atto dell’importante novità rappresentata dal primo messaggio inviato dal Presidente della Repubblica alle Camere, nell’esercizio di una sua prerogativa costituzionale, sull’obbligo giuridico, politico e morale di soluzioni realmente riformatrici del sistema giustizia e della situazione penitenziaria, per le quali non è solo auspicabile ma necessario e prioritario il ricorso a misure di amnistia e indulto.
In questo modo mette in mora forze politiche e Parlamento, al pari di quanto han fatto la Corte europea dei diritti dell’uomo e il Consiglio d’Europa, a interrompere la flagranza di reato che rende l’Italia di fatto un delinquente professionale ben più di coloro che pretende di tenere in carcere. Questo importante risultato, che è ben lungi dal tramutarsi in provvedimenti legislativi, è il frutto delle lunghe lotte che dalla marcia di Natale del 2005 i radicali hanno condotto su temi dell’amnistia e della giustizia, con la dura e costosa lotta nonviolenta che Marco Pannella insieme ad altri compagni e alla comunità penitenziaria ha instancabilmente condotto in tutti questi anni.
Il Comitato si rivolge agli iscritti e alle associazioni affinché vengano valorizzate anche in sede locale le 675 diffide inviate da Giuseppe Rossodivita e Marco Pannella ai Presidenti dei Tribunali Italiani, ai Procuratori Capo, ai Presidenti degli Uffici Gip, ai Direttori delle Carceri italiane, e a tutti gli Uffici di Sorveglianza della Repubblica affinché venga paralizzata, in presenza della certezza che il trattamento e/o la pena siano illegali, l’emissione degli ordini di esecuzione della pena, sul modello già tracciato dalla Corte Costituzionale tedesca.
Il Comitato sostiene in occasione delle regionali del 17 e 18 novembre in Basilicata l’iniziativa politica ed elettorale che, a partire dalle lotte portate avanti su quel territorio da Maurizio Bolognetti, potrebbe rappresentare un laboratorio di rilancio del progetto riformatore e di alternativa attraverso la riproposizione dello storico simbolo radicale e socialista della Rosa nel pugno.
Il Comitato si riconosce infine nel contributo che il Ministro Emma Bonino fornisce al Governo da militante dello Stato di Diritto nazionale e internazionale. Grazie al suo operato l’Italia è finalmente divenuta protagonista della politica internazionale all’interno delle Nazioni unite e nei rapporti regionali e bilaterali. Emma Bonino da’ corpo alla lotta per raggiungere l’obiettivo degli Stati Uniti d’Europa, un obiettivo tanto necessario quanto fondamentale per l’affermazione della democrazia e dei diritti umani nel mondo.
Su questi argomenti si incentrerà il dibattito e il confronto del XII Congresso di Radicali italiani, soggetto costituente del Partito radicale, convocato a Chianciano dal 31 ottobre al 3 novembre con il seguente tema: alla crisi economica e istituzionale, al fallimento della partitocrazia e alla demagogia impotente delle rivolte populiste, è necessario rispondere con la riconquista di giustizia, democrazia, legalità per un alternativa davvero riformatrice. Con quali lotte, con quali mezzi, con quale soggetto politico? Invita tutti gli iscritti e simpatizzanti a partecipare al Congresso e a contribuire anche economicamente allo sforzo necessario per la sua convocazione.