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Radicali Italiani è un movimento politico liberale, liberista, libertario

I principi che lo caratterizzano sono la difesa dello stato di diritto e della democrazia, il metodo della nonviolenza-gandhiana, la laicità e la libertà religiosa, il federalismo europeo, l’ambientalismo, l’antiautoritarismo, il liberalsocialismo, l’antimilitarismo, il liberalismo democratico, l’antiproibizionismo. Gli obiettivi sono stabiliti tramite la mozione annuale votata dal Congresso degli iscritti e le delibere del Comitato nazionale eletto dal Congresso. La conduzione politica e amministrativa è assicurata dal segretario e dal tesoriere rinnovati ogni anno dal Congresso, con la collaborazione della Direzione e della Giunta.

Uno strumento, non una chiesa

Radicali Italiani ha una caratteristica che lo rende diverso da tutti gli altri partiti: riconosce nel suo Statuto la “libertà di associazione”. L’iscrizione a Radicali Italiani non preclude l’iscrizione ad altri movimenti e partiti politici. Nessuno può essere espulso dal movimento, e unica condizione necessaria e sufficiente per farne parte è il versamento della quota di iscrizione.

Il Congresso annuale, a cui possono partecipare tutti gli iscritti esercitando i diritti di parola e di elettorato attivo e passivo, si riunisce tutti gli anni, di norma, a novembre. Radicali Italiani si organizza attraverso le associazioni degli iscritti, che possono essere su base territoriale, tematica e anche telematica. Tutte le associazioni che raggiungono 25 iscritti al movimento possono eleggere un rappresentante al Comitato Nazionale.

Non posizioni, ma lotte. Non proteste, ma proposte

Dalla sua fondazione Radicali Italiani ha lottato per l’affermazione dei diritti civili e politici dei cittadini, denunciando lo svuotamento della Costituzione e attivando legalità e istituzioni democratiche, con il metodo della nonviolenza.

In questi anni abbiamo fatto emergere le ragioni strutturali alla base della sistematica negazione del diritto degli italiani a conoscere per deliberare, nel tentativo di rendere possibile anche in Italia una rivoluzione liberale.

Ha promosso il referendum sulla Legge 40 che limita la fecondazione assistita e la ricerca scientifica sulle cellule staminali.

Nel 2005 Radicali Italiani, insieme all’Associazione Luca Coscioni, allo SDI  e alla Federazione dei Giovani Socialisti, ha dato vita alla Rosa nel Pugno.

Ispirato alla tradizione federalista europea di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, Radicali italiani è membro dell’L’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa ALDE Party e ha come obiettivo gli Stati Uniti d’Europa.

I Radicali: gli unici che non hanno mai cambiato nome

Radicali Italiani è stato uno dei soggetti costituenti del Partito Radicale Nonviolento, Transazionale e Transpartito (Prntt).

Il Prntt è il più antico partito politico italiano: dal 1963 continua ad esistere con la stessa denominazione, mentre tutti gli altri partiti hanno mutato nome e riferimenti culturali, in particolare a seguito della caduta del muro di Berlino e della stagione delle inchieste della magistratura sulla corruzione politica nota come Tangentopoli.

Al Prntt si devono riforme storiche quali la legalizzazione di divorzio e aborto, l’obiezione di coscienza, il voto ai diciottenni, la chiusura delle centrali nucleari, la riforma del sistema elettorale in senso maggioritario, la depenalizzazione dell’uso personale di droghe leggere, l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, la chiusura dei manicomi, l’approvazione della prima legge europea sui diritti dei transessuali.

Il movimento radicale è anche il soggetto politico che ha scelto la “nonviolenza” quale metodo centrale di lotta (sciopero della fame e della sete, disobbedienza civile, obiezione di coscienza, non collaborazione).

A fronte di risultati numericamente marginali rispetto ai singoli appuntamenti elettorali, i radicali hanno influenzato con continuità la vita politica e culturale italiana, come testimoniano le riforme conquistate e le adesioni di intellettuali del livello di Ignazio Silone, Elio Vittorini, Pier Paolo Pasolini e Leonardo Sciascia, quest’ultimo eletto in parlamento nel 1979 come deputato radicale.