Via l’onorificenza italiana al Portavoce di Putin

Il portavoce di Vladimir Putin e della Federazione Russa Dmitry Peskov è dal 2017 “Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, l’onorificenza italiana più prestigiosa destinata a “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari”.
Quando l’onorificenza gli è stata conferita, Peskov già ricopriva il suo attuale incarico, la Russia aveva da tre anni invaso l’Ucraina, occupato parte del Donbass e annesso la Crimea; tutti i Paesi dell’Unione Europa, tra cui l’Italia, avevano da tempo adottato e ripetutamente prorogato pacchetti di sanzioni economiche nei confronti della Russia contro quella palese violazione del diritto internazionale e della libertà, integrità e sovranità dell’Ucraina.
Nel corso degli anni successivi altre onorificenze ad altri esponenti della cerchia putiniana sono state largamente elargite dai Governi via via succedutisi. Dopo il 24 febbraio 2022 – dopo l’inizio della nuova aggressione su vasta scala del territorio e dei cittadini ucraini, denominata macabramente “operazione militare speciale” – una parte di queste (ma non tutte) sono state revocate “per indegnità”, in particolare ai principali rappresentanti del Governo della Federazione Russa, come nel caso del primo ministro Mikhail Mishustin e del vice primo ministro e ministro dell’Industria e Commercio Denis Manturov.
Non è il caso del portavoce di Putin, Peskov, che continua a fregiarsi delle insegne di Commendatore della Repubblica mentre giustifica e difende davanti al mondo intero la legittimità di una guerra criminale e terroristica che sta provocando morte e distruzione.
Non pensiamo che la mancata revoca dell’onorificenza a Peskov, da parte dell’attuale e del precedente Governo, sia una semplice dimenticanza. A maggior ragione riteniamo che questa omissione testimoni un atteggiamento intollerabilmente equivoco da parte delle istituzioni italiane.
Per questo chiediamo al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni di avviare immediatamente la procedura di revoca prevista dall’art. 5 della Legge 3 marzo 1951, n. 178. Non è necessario giustificare ulteriormente la nostra richiesta. Sarebbe inammissibile da parte del Governo giustificare un ulteriore ritardo sul suo accoglimento.

Massimiliano Iervolino – Segretario Radicali Italiani
Giulia Crivellini – Tesoriera Radicali Italiani
Igor Boni – Presidente Radicali Italiani
Giulio Manfredi – Giunta Radicali Italiani

I primi firmatari:
Aniasi Luca – Presidente FIAP (Federazione Italiana Associazioni Partigiane), Bellezza Simone Attilio – Docente di storia contemporanea all’Università di Napoli Federico II, autore di “Il destino dell’Ucraina. Il futuro dell’Europa”, Benedetti Francesco – storico, autore di “Libertà o morte: storia della Repubblica cecena di Ichkeria”, Bentivogli Marco – Editorialista, coordinatore BASE ITALIA, Bertaina Edmondo – Direttore responsabile Gazzetta Torino, Brossa Luigi – Direttore generale ATC Torino, Camporini Vincenzo – già Capo di Stato Maggiore della Difesa italiana, Cangini Andrea – giornalista, segretario generale Fondazione Luigi Einaudi, Cazzola Giuliano – giuslavorista e saggista, Cuoco Antonluca – collaboratore La Ragione, Dastoli Pier Virgilio – Presidente Movimento Europeo, De Nicola Alessandro – avvocato, presidente “The Adam Smith Society”, Di Pasquale Massimiliano – direttore dell’Osservatorio Ucraina presso l’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici di Roma, autore di “Abbecedario Ucraino”, Dupuis Olivier – giornalista, già deputato europeo e segretario del Partito Radicale, Giustino Mariano – giornalista, corrispondente di Radio Radicale dalla Turchia, Grusha Possamai Yaryna – docente di Lingua e Letteratura ucraina all’Università Statale di Milano, Horodetskyy Oles – presidente dell’Associazione Cristiana degli Ucraini in Italia, Iannuzzi Francesco – giornalista, Kudryk Nataliya – giornalista, Kurochkin Inna – giornalista, Marchesini Matteo – poeta, scrittore, critico letterario, Martelli Claudio – giornalista, editore, già parlamentare e ministro, Mastrolia Nunzio – giornalista e editore, direttore di Stroncature, Melley Massimiliano – giornalista, Mikhelidze Nona – giornalista, politologa, analista e ricercatrice presso l’Istituto Affari Internazionali, Ottaviani Marta Federica – giornalista, Palma Carmelo – giornalista, Papi Leopoldo – giornalista, direttore di Public Policy, Parsi Vittorio Emanuele – docente di Relazioni Internazionali presso l’Università Cattolica di Milano, Prado Iuri Maria – avvocato, editorialista, Rinoldi Dino Guido – docente di Diritto internazionale nell’Università Cattolica, Rocca Christian – giornalista, direttore de Linkiesta, Scacciavillani Fabio – economista, Simiand Caterina – direttrice Istituto di studi storici Gaetano Salvemini di Torino, Tinazzi Cristiano – giornalista, Torchiaro Aldo – giornalista, Travan Roberto – giornalista, Ventura Sofia – docente di Scienza politica e di Leadership e Comunicazione politica all’Università di Bologna, saggista, Vernetti Gianni – giornalista, già Sottosegretario agli esteri, Vitiello Guido – docente di teorie del cinema e dell’audiovisivo a La Sapienza Università di Roma, scrittore, Zambardino Vittorio – giornalista, Zunini Roberta – giornalista