Le proposte di Radicali Italiani per tutelare i cittadini contro la guerra energetica di Putin
Vladimir Putin ha lanciato una vera e propria guerra energetica contro l’Europa, servono misure urgenti per tutelare i cittadini.
Ad agosto del 2022 il tasso di inflazione per elettricità, gas e altri combustibili nei 27 Paesi dell’UE è del 48,8% e nell’Eurozona del 51,8%, con l’Italia al 76,4%.
Giovedì 29 settembre ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha annunciato che il prezzo di riferimento dell’energia elettrica per la famiglia tipo è aumentato del 59%.
I prezzi all’ingrosso del gas sono giunti a livelli abnormi negli ultimi mesi, prima a causa dello squilibrio fra domanda e offerta, determinato da una iniziale ripresa economica post-pandemica superiore alle attese, e poi a causa dell’invasione russa in Ucraina, con i conseguenti timori sulla sicurezza degli approvvigionamenti e dei gasdotti (vedi attacchi a Nord Stream 1 e 2).
L’enorme crescita dei prezzi all’ingrosso e il loro mantenersi su livelli altissimi ha fatto schizzare alle stelle quest’anno i costi energetici rispetto all’anno precedente. In termini di effetti finali, per la bolletta elettrica la spesa per la famiglia-tipo nel 2022 sarà di circa 1.322 euro, rispetto ai 632 euro circa del 2021. Nonostante i 66 miliardi stanziati dal Governo Draghi per attutire parte dei rincari.
In base ai dati Istat, in Italia il costo dell’energia a settembre ha trascinato l’inflazione, provocando un balzo dell’8,9%: il carrello della spesa è rincarato dell’11,1%, mai così da quasi 40 anni.
Siamo davanti a dei problemi globali che vanno affrontati superando gli inutili egoismi nazionali. Se avessimo avuto gli Stati Uniti d’Europa – e quindi una politica energetica comune – avremmo potuto contare su risposte più efficaci e più veloci. Invece – così come per la crisi dei debiti sovrani e per quella derivante dalla pandemia da Covid-19 – ci troviamo ad affrontare la guerra russa con un assetto dell’Europa intergovernativo, quindi debole soprattutto a causa del potere di veto dei singoli Stati membri.
Per contrastare la guerra energetica di Putin servono le seguenti misure:
∙ introdurre a livello europeo un tetto al prezzo del gas (price cap) per tutelare alcune categorie sociali – vedi famiglie a basso reddito – e produttive – come le industrie energivore – e ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas dalla Russia al fine di rendere più incisive le sanzioni dovute all’invasione dell’Ucraina;
∙ una nuova Unione europea dell’energia con una vera strategia comune per garantire sia la sicurezza degli approvvigionamenti a prezzi accessibili che la transizione climatica;
∙ approvare un secondo “Recovery Fund” attraverso nuova emissione di debito comune europeo al fine di contrastare la perdita del potere d’acquisto dei cittadini. In tal senso il presidente Draghi ha dichiarato: “davanti alle minacce comuni dei nostri tempi, non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali”;
∙ disaccoppiare il prezzo dell’energia per fare in modo di slegare quella prodotta con le fonti rinnovabili dal prezzo del gas;
∙ aumentare la produzione di energia elettrica in Italia da fonti rinnovabili con l’obiettivo di raggiungere come minimo il 72% nel 2030 attraverso la semplificazione del processo autorizzativo degli impianti FER (Fonti di Energia Rinnovabile) anche con l’individuazione delle aree idonee;
∙ risparmiare energia riducendo i consumi rappresenta il provvedimento più efficace nel breve periodo. Serve attuare una campagna incisiva di sensibilizzazione dei cittadini per raggiungere una riduzione del 15%. In particolare devono essere coinvolte tutte le scuole pubbliche di ogni ordine e grado per sensibilizzare milioni di ragazzi che divengano ambasciatori del risparmio energetico. in parallelo occorre attuare con puntualità il piano nazionale di contenimento dei consumi del gas naturale già approvato.