di Heinrich Mumelter
Viene previsto di realizzare la transizione ambientale attraverso una pianificazione economica.
Sono imposti sostituzioni di attività dannose con attività sostenibili per le quali servono modifiche strutturali da implementare attraverso investimenti in impianti, tecnologie, ecc.
Sono stato approntato una serie di provvedimenti legislativi che vietano le attività dannose e permettono quelle “virtuali”. Per indirizzare gli investimenti sono coinvolti anche gli istituti finanziari con obblighi di valutazione tecnica degli investimenti finanziati.
Per tutto questo sono redatte delle linee guida di centinaia di pagine.
Perció non è esagerato sostenere che non ci troviamo di fronte a una politica economica o industriale ma a una pianificazione economica.
Esprimerei un forte dubbio: puó funzionare? Diversi esempi nella storia recente ci indicano che “non funziona”. Ricordiamo che il campione della pianificazione, l’Unione Sovietica, alla fine non è stato più capace di dare da mangiare al proprio popolo. Chi è convinto che il pianeta stia per essere reso invivibile dovrebbe essere fortemente preoccupato di trovarsi alle scadenze, a causa del fallimento della pianificazione centralizzata lontano dagli obiettivi posti.
Noi Radicali non eravamo quelli, che mettono al centro della loro visione del mondo la libertà individuale; il valore principale non violabile? Ma non solo per la felicità degli individui, ma, spero, per la visione della società nella quale le decisioni prese fra individui liberi, collettivamente sono migliori di quelli presi da una struttura governativa centralizzata. Non ci piace più l’antiproibizionismo? Non abbiamo sostenuto anche ultimamente che il proibizionismo non ha avuto effetti per le droghe? Dovrebbe adesso funzionare per l’ambiente? Non ditemi che non centra; il divieto autoritario di attività fa scattare i meccanismi proibizionisti.
Altre transizioni come sono avvenute?
La transizione della ferrovia, che porta al trasporto di persone e merci da carrozze o battelli sui fiumi alla rotaia. Incomincia all’inizio dell 800 e si conclude ca. 80 anni dopo. Gli investitori erano per lo più privati che hanno visto una grande opportunità. Solo in un secondo tempo le ferrovie sono state poi nazionalizzate.
La transizione dalla telefonia fissa a quella mobile. Ha cominciato negli anni 80. Mi ricordo ancora i primi telefoni portatili; grandi e costosi. poi si sviluppano fino ad arrivare 30 anni dopo ai smartphone di oggi che quasi tutti posseggono. Transizione molto più rapida e sempre portato avanti da convenienze di privati, non pianificate centralmente.
Altri esempi potrebbero essere: automobile, la corrente elettrica, l’acqua calda in tutte le case, ecc.
Tutte modifiche con grandi investimenti e cambiamenti di abitudini quotidiane e in meglio per i cittadini. Il ruolo dei governi era di permettere la transizione ed eventualmente agevolarla attraverso infrastrutture e disposizioni legislative e normative; raramente pianificate totalmente.
La pianificazione puntuale del governo non determina i tempi, le tecnologie, le attività. Eventualmente può agevolare ma sicuramente rallenta o addirittura blocca. La pianificazione rischia di attivare comportamenti non previsti e dannosi; l’aumento del prezzo del gas metano vedo parzialmente come risultante delle attività governative.
Una singola organizzazione, anche se è un governo, non riesce a prevedere e pianificare la complessità di una economia moderna. Serve sempre l’inclusione di molti.
Perciò ritengo che sia importante che ragioniamo e proponiamo delle politiche per la transizione e ci poniamo molto critici di fronte ai piani governativi. Tutto questo in sintonia alla nostra visione della società che spero rimangano liberali, liberisti e libertari come indicato nel nostro statuto.