di Alex Battisti
Considerato il protrarsi della dichiarazione di stato di emergenza sanitaria sin dal 31 gennaio 2020, che ha dotato l’esecutivo di poteri straordinari e ampio margine di manovra al fine di legiferare con provvedimenti d’eccezione dimostratisi mutevoli, a volte incerti e contraddittori in base all’andamento altalenante dei contagi registrati
Considerato l’enorme miglioramento nella gestione ospedaliera dell’emergenza Covid-19, dovuto principalmente agli altissimi tassi di adesione alla campagna vaccinale da parte della popolazione residente in Italia (ad oggi 91% di immunizzazione sul totale delle persone superiori a 12 anni)
Considerato il miglioramento nell’andamento dei contagi e soprattutto nella riduzione delle ospedalizzazioni, dovuto anche alla comparsa di una variante del virus apparentemente meno aggressiva verso l’organismo umano, nonché al superamento dell’unico picco di contagio della stagione invernale 2021-2022
Considerato che non sempre le misure restrittive finalizzate al contenimento dei contagi si sono sviluppate di pari passo con il reale andamento pandemico: da più parti sono state giudicate a volte prive di valore scientifico, altre volte piuttosto tardive nell’applicazione.
Non da ultima l’estensione del green pass base e green pass rafforzato in tantissimi luoghi di essenziale frequentazione nella vita quotidiana di ognun@ di noi, estensione che si è fatta via via più ampia, stringente ed escludente man mano che -paradossalmente- si registra un calo sempre più netto del ritmo dei contagi
Considerata la grave sospensione di alcune libertà fondamentali, da considerarsi tassativamente temporanea, cui sono sottoposti i sempre meno numerosi cittadini o cittadine che -per qualche motivo di ordine medico o personale- hanno scelto di non sottoporsi alla vaccinazione contro il Covid-19 a rischio soprattutto dell’incolumità propria
Considerato il tasso di conflittualità verbale e sociale con cui l’Italia sta vivendo e affrontando la tematica vaccinale, pur con una viva adesione nei confronti delle raccomandazioni scientifiche
Considerata la recente posizione assunta da Amnesty Italia[1] in favore della temporaneità delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, con esplicito riferimento ad una durata il più possibile contingentata nel tempo del provvedimento che dispone l’uso del green pass rafforzato
Considerato che recenti ricerche hanno rivelato come le fasce più colpite dagli effetti secondari della pandemia (dovuti alle restrizioni) siano quelle dell’infanzia e dell’adolescenza -che ad oggi risultano meno vaccinate rispetto alla categoria adulta- gravemente danneggiate non solo dalle interruzioni del ciclo scolastico ma anche dalla sospensione delle attività ludiche, sportive e di svago prevalentemente rivolte a quel target, attività oggi riprese prevedendovi l’accesso esclusivamente tramite green pass rafforzato
Considerata la grave situazione di marginalità cui l’esistenza del green pass rafforzato espone le persone più fragili quali migranti, irregolari e senzatetto, che molto spesso ne sono sprovviste anche se vaccinate o guarite dalla malattia poiché prive di residenza anagrafica, e a causa di ciò si trovano escluse dall’accesso a servizi essenziali e in alcuni casi persino ai circuiti dei servizi di accoglienza
Considerata la difficoltà pratica di prevedere una reale ripartenza dei settori turistico, alberghiero e culturale in un’impostazione di realtà in cui i visitatori vaccinati potrebbero accedere ad una vita ordinaria mentre quelli non vaccinati non potrebbero fruire di alcun servizio salvo l’ospitalità in senso stretto
Considerata l’importante eredità storica e politica del movimento radicale in Italia, votato anzitutto alla salvaguardia dello Stato di diritto, alla difesa delle garanzie e della certezza del diritto, nonché alla salvaguardia delle libertà individuali e dei diritti di ogni gruppo di minoranza
Impegna Radicali italiani
- a prendere posizione contro il protrarsi dell’uso di tutte le tipologie di green pass, pronunciandosi apertamente in favore della loro totale abrogazione non appena la situazione sanitaria lo consenta, per un ritorno ad una quotidianità in cui viga una ferma applicazione dello Stato di diritto ed il suo mantenimento qualora, con l’arrivo della stagione fredda 2022, la situazione sanitaria dovesse nuovamente complicarsi. Altri strumenti possono essere messi in campo per affrontare le difficoltà.
- a sostenere l’iniziativa nonviolenta del prof. DavideTutino (iscritto al PRNTT) impegnandosi sin da subito, fintanto che la situazione sanitaria si mantenga ancora ambigua, per un’abrogazione quantomeno del green pass rafforzato e del mega green pass, in favore di un ritorno alla libertà di accesso in ogni luogo tramite presentazione di tampone negativo per le persone non vaccinate, in particolar modo nei luoghi di studio, di lavoro, di trasporto pubblico, di amministrazione della giustizia, di attività sportiva e di svago in spazio aperto
- ad attivarsi perché lo stato di emergenza non sia nuovamente prorogato alla scadenza prevista del 31 marzo 2022
- ad attivarsi per il ripristino totale del diritto ad esprimere il dissenso tramite lo svolgimento libero di sit-in, cortei e manifestazioni di protesta, chiedendo il ritiro della direttiva 11001/110(32)[2], emanata nel novembre 2021 dalla ministra dell’interno Luciana Lamorgese, la quale pretende di creare una gerarchia tra i temi del dissenso ponendo parziali divieti validi solo per le proteste contro le misure sanitarie. In seguito all’emanazione di tale direttiva si sono peraltro prodotti casi di violenza delle forze dell’ordine nei confronti di alcuni cortei studenteschi
- a rivendicare l’immediata sospensione del sistema delle quarantene collettive per gli studenti e studentesse di scuola primaria e secondaria, da limitarsi alle sole persone positive e sintomatiche su prescrizione medica indipendentemente dal loro status vaccinale
- ad impegnarsi presso il governo italiano e in sede europea tramite ALDE per l’implementazione del programma CoVax, nonché per valutare la possibilità di una sospensione temporanea dei brevetti delle cause farmaceutiche per favorire un’equa e più rapida distribuzione dei vaccini in particolar modo nei paesi dell’Africa subsahariana.
È molto probabile che la formazione di varianti avvenga dove ci sono larghe fasce di popolazione non vaccinata, più che nei territori che contano pochi renitenti all’iniezione mentre il resto della popolazione è trivaccinata
[1] https://www.amnesty.it/posizione-di-amnesty-international-italia-sulle-misure-adottate-dal-governo-per-combattere-il-covid-19/?fbclid=IwAR3qys55aEMqVFiMc8vjubbuZUY_jpJeYPhqYU3VokesXKQrZ2cIqBGrh9g
[2] https://www.interno.gov.it/sites/default/files/2021-11/direttiva_del_ministro_10-11-2021.pdf