“Lo scandalo del cimitero dei feti a Roma fa rumore nel mondo ma dal Comune ancora attendiamo risposte”, lo dichiarano in una nota Giulia Crivellini, tesoriera di Radicali Italiani e Vittoria Loffi, coordinatrice della rete Libera di Abortire.
“Al Jazeera english ha appena mandato in onda l’inchiesta ‘Italy’s foetus graveyard’ per la regia di Flavia Cappellini, un caso esemplare dello stigma che colpisce le donne. Il ritratto che ne emerge è attuale e quanto mai preoccupante.
La vicenda ha inizio nel 2020 quando Francesca Tolino dopo un aborto scopre che nel cimitero Flaminio di Roma era stato sepolto a sua insaputa il feto sotto una croce con il suo nome.
Nonostante lo scandalo mediatico di allora non risultano provvedimenti o direttive da parte del Comune di Roma e della Regione Lazio nei confronti delle aziende regionali e comunali coinvolte. Perfino il nome di centinaia di donne è rimasto leggibile su buona parte delle croci dedicate alla sepoltura dei feti.
Proprio il documentario di Al Jazeera evidenzia come non venga tutelata la privacy delle donne, pur garantita dalla legge 194, perché chiunque con una telefonata può chiedere agli uffici cimiteriali capitolini la presenza di una sepoltura indicando il nome della donna che ha abortito.
Ci eravamo mossi in queste settimane per chiedere alla nuova giunta Gualtieri un’azione immediata, atti concreti e non solo dichiarazioni di solidarietà, ma ancora nulla è cambiato.
La situazione drammatica che emerge, mostrata con chiarezza e ancora una volta a livello internazionale, impone oggi al sindaco e agli assessori competenti di intervenire per garantire in primis i diritti delle cittadine romane ma anche per dare un segno chiaro e contrario alla prassi della sepoltura del materiale biologico degli aborti senza coinvolgimento delle donne, che riguarda non solo Roma ma diversi Comuni e Regioni d’Italia.