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Meloni: il suo nome è Giorgia e non rispetta le regole

“Giorgia Meloni non è ancora arrivata a Torino e possiamo già segnalare un abuso di potere”, lo dichiarano in una nota Igor Boni, presidente nazionale di Radicali italiani e Silvja Manzi, membro della Direzione nazionale. “Il palco per il comizio della leader del centrodestra che si svolgerà questo pomeriggio a sostegno del candidato sindaco Paolo Damilano è stato installato nella giornata di ieri con tanto di manifesti.

Peccato che questo sia espressamente vietato dall’art.6, comma 1 della Legge 212/1956 (“Norme per la disciplina della propaganda elettorale”) per cui è prevista una pesante sanzione amministrativa pecuniaria. Ci aspettiamo che il prefetto, che ha le finestre accanto al palco, proceda d’ufficio contro questa palese violazione di legge. Non ci stupisce però lo sprezzo delle regole mostrato da Giorgia Meloni che fa il paio con quello di Paolo Damilano.

Quest’ultimo proprio ieri ha dichiarato di aver seguito l’iter legale per uscire dalla Film Commission quando, come si sa, non ne è affatto uscito e ha continuato a utilizzare in campagna elettorale la sua qualifica di presidente. D’altronde ci urge sottolineare che che il partito della signora Meloni infrange anche le regole della decenza.

È infatti indecente che il portavoce regionale di Fratelli d’Italia, Fabrizio Comba, continui a svolgere l’incarico di console onorario della Bielorussia in Piemonte, vale a dire a rappresentare un regime a tutti gli effetti dittatoriale. Guarda caso lo stesso Fabrizio Comba risulta essere il committente responsabile di quei manifesti affissi irregolarmente da ieri in Piazza Castello. Se queste sono le premesse della nuova destra che pensa di poter governare la nostra città non è difficile immaginare che fine faremmo”, concludono.