“Siamo soddisfatti dalla convocazione della conferenza nazionale sulle dipendenze. Ora ci auguriamo che ci sarà spazio per confronto con proposte antiproibizioniste e politiche di riduzione del danno”, lo affermano in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.
“Siamo felici di dare atto alla ministra Fabiana Dadone che ha fatto seguire i fatti alle parole, convocando ufficialmente la VI Conferenza nazionale sulle dipendenze a Genova, il 27 e 28 novembre 2021. L’ultima Conferenza nazionale sulla droga fu organizzata a Trieste dal governo Berlusconi nel 2009. Dopo più di dieci anni e sette compagini ministeriali, il governo Draghi è il primo a rispettare una precisa ed inequivocabile norma di legge (art. 1, comma 15, del DPR 309/1990), che impone al capo del governo di convocare ogni tre anni ‘una conferenza nazionale sui problemi connessi con la diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope alla quale invita soggetti pubblici e privati che esplicano la loro attività’ nel campo della prevenzione e della cura della tossicodipendenza. Le conclusioni di tali conferenze sono comunicate al Parlamento anche al fine di individuare eventuali correzioni alla legislazione antidroga dettate dall’esperienza applicativa’.
A Genova nel novembre del 2000 durante la Terza Conferenza nazionale sulle dipendenze, organizzata dalla ministra Livia Turco”, continuano i tre esponenti radicali, “ci fu un momento importante di scambio di esperienze e di dialogo reale fra tutti i soggetti che operano sul campo, dalle Regioni ai Comuni agli operatori pubblici dei SerD al mondo del volontariato. E gli antiproibizionisti, in particolare gli antiproibizionisti radicali organizzati nel CORA (Coordinamento Radicale Antiproibizionista), ebbero modo di interloquire alla pari con il governo e con gli altri soggetti.
Ci auguriamo che anche la prossima Conferenza nazionale di Genova possa dare spazio all’intero mondo degli operatori, anche a quelli che stanno portando avanti, con mille difficoltà, svariate iniziate di ‘riduzione del danno’.
E ascolti le proposte antiproibizioniste, a partire da quelle relative alla legalizzazione dei derivati della cannabis. In questa occasione vogliamo ribadire il nostro netto no alla proposta, contenuta in una bozza di documento dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas), di inserire le dipendenze, e in generale le competenze dei servizi rivolti alle persone che usano droghe, all’interno della Salute Mentale. Sarebbe un ritorno indietro di 50 anni. Anche su questo si dovrà discutere a Genova”, concludono.