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2 Giugno. Radicali Italiani presenta ricorso all’AGCOM

Festeggiamo la Repubblica invocando il diritto alla conoscenza “’Conoscere per deliberare’, il più noto e citato motto del secondo presiedente della Repubblica Luigi Einaudi, è spesso evocato a sproposito.

Oggi, infatti, è la Festa della Repubblica ma non c’è nulla da festeggiare per quanto riguarda la questione cruciale dell’informazione, del ‘diritto alla conoscenza’ di pannelliana memoria da assicurare ai cittadini italiani. Così in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini, Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.

Per esempio su quello che i radicali, in particolare Radicali Italiani, fa ogni giorno, tutto l’anno, da 23 anni rispetto alle politiche criminali di Vladimir Putin.

Cambiano i governi, cambiano i direttori di rete e di testata, cambiano i conduttori dei talk show ma la regola è sempre quella ed è sempre rispettata: i radicali non hanno diritto di parola e di immagine, né sulle reti pubbliche né su quelle private, né sui giornali di sinistra né su quelli di destra; rimangono “non notiziabili”, come si espresse l’esimio senatore Falomi nel lontano 1998.

Noi non ci rassegniamo a emettere silenzio e riteniamo – proseguono i vertici di Radicali Italiani – che sia dovere del sistema radiotelevisivo fornire informazione plurima e completa, dando voce alle diverse opinioni e tendenze politiche, così come stabilito dal “Testo unico dei servizi di media audiovisivi”.

Per questo motivo abbiamo presentato un esposto all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni segnalando la grave violazione da parte delle emittenti radiotelevisive delle disposizioni in materia di comunicazione politica, rispetto alle numerose e pressoché quotidiane iniziative portate avanti da RI sull’aggressione russa in Ucraina nell’ultimo anno e mezzo, cui non è stato concesso un solo minuto di tempo in alcuno spazio radiotelevisivo.

Riteniamo – concludono Iervolino, Crivellini e Boni – che non ci sia omaggio migliore per la nostra Repubblica che invocare una informazione realmente plurale che possa consentire davvero ai cittadini di conoscere per deliberare. Come auspicato dall’indimenticato presidente Einaudi.”