“Per rafforzare e sostenere il lavoro della Corte Penale Internazionale che, secondo varie fonti di informazione, sta per emettere le prime imputazioni su crimini russi in Ucraina, abbiamo inviato una lettera al procuratore capo Khan con allegate le migliaia di firme raccolte nell’ambito della campagna ‘Putin all’Aja'”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.
“Dal marzo 2022, esattamente da un anno, abbiamo lanciato l’appello pubblico che chiede l’incriminazione di Vladimir Putin e di tutta la catena di comando del regime russo per crimini di guerra e contro l’umanità in merito a quanto accaduto – e che purtroppo sta accadendo – in Ucraina. La nostra iniziativa politica ripercorre quanto facemmo per Slobodan Milosevic, alla fine degli anni ’90 del secolo scorso, quando, allora come ora, non pareva possibile giungere alla incriminazione del presidente serbo per i crimini compiuti nella Ex-Jugoslavia.
Abbiamo reso noto al Procuratore capo di come abbiano aderito al nostro appello alcuni parlamentari e sindaci di città ma soprattutto migliaia di cittadini che, come noi, credono non ci sarà pace senza giustizia e che i criminali di guerra vadano sottoposti ad un giusto processo.
L’appello ‘Putin all’Aja‘, pubblicato in 9 lingue e sottoscrivibile sul nostro sito, è stato firmato dal primo ministro della Repubblica cecena di Ichkeria Akhmed Zakayev che con noi chiede che anche i crimini commessi in Cecenia da parte dell’esercito russo siano perseguiti.
Crediamo convintamente che l’incriminazione di Vladimir Putin rappresenterebbe un atto capace di condizionare enormemente l’andamento della guerra e darebbe a ciascun cittadino del mondo, dell’Ucraina in particolare, la speranza e la fiducia nella giustizia internazionale.
I crimini di guerra commessi in Ucraina sono segno indelebile nella storia recente dell’Europa e resteranno per sempre. Chi li ha commessi, chi li ha ordinati, deve essere processato”, concludono.