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Migranti: Piantedosi abbandoni la guerra contro le Ong e si occupi dei ritardi cronici dei suoi uffici

“Piantedosi, smentito dalla realtà di questi giorni, provi a invocare di nuovo la bufala del ‘pull factor’ delle Ong”, così in una nota Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani.

“In questi giorni l’hotspot di Lampedusa sta vivendo una grave situazione di sovraffollamento ospitando migliaia di persone a causa del numero molto alto di sbarchi e di interventi di guardia costiera e marina italiana.

Nessuna Ong, infatti, è stata coinvolta in interventi in mare nell’ultima settimana. Ciò a conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che l’accusa di Piantedosi – e della destra tutta – alle Ong di essere un fenomeno di attrazione per le persone in fuga dal loro Paese non sta in piedi.

Piuttosto che adoperarsi per ostacolare le attività di salvataggio in mare e mettere a rischio la vita e la salute delle persone in fuga assegnando porti sempre più lontani alle navi delle Ong, il ministro dovrebbe occuparsi di più e meglio di quanto avviene nelle prefetture e nelle questure italiane, allo stremo per mancanza di personale e incapaci di finalizzare le decine di migliaia di pratiche che riguardano le persone straniere residenti nel nostro Paese.

Come abbiamo scritto ieri insieme alle altre associazioni della campagna Ero straniero, le decine di migliaia di pratiche relative alla sanatoria del 2020 inevase e bloccate da oltre due anni corrispondono a decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici che si trovano ancora in un fragile limbo giuridico, senza potersi stabilizzare e poter uscire dalla precarietà lavorativa e sociale.

Per non parlare delle altre procedure che gli uffici del ministero dell’Interno dovranno affrontare a breve, come il decreto flussi o il rinnovo, sempre a marzo, dei permessi per protezione temporanea per le persone in fuga dalla guerra in Ucraina che rischiano concretamente di rimanere senza titolo di soggiorno.

Se c’è una battaglia da vincere, signor ministro, è quella contro la burocrazia e i tanti ostacoli all’integrazione delle persone straniere che esistono nel nostro Paese, non quella di pura propaganda contro le Ong”, conclude.