“Un enorme grazie alle forze dell’ordine che hanno arrestato il boss Matteo Messina Denaro. Inquietante che ci siano voluti 30 anni. Questo dimostra come lo Stato non controlli una parte del territorio nazionale, soprattutto – ma non solo – al Sud Italia e come continui in parte la collaborazione tra la criminalità organizzata e la politica”, così in una nota Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani.
“Non solo quella di Messina Denaro ma anche le latitanze di boss del calibro di Totò Riina e Bernardo Provenzano sono durate decenni prima che venissero arrestati. Periodi così lunghi di clandestinità che, nella maggior parte dei casi, sì consumano laddove questi criminali gestiscono il loro potere dimostrano la presa della mafia su quei territori che sono occupati da organizzazioni criminali: basta leggersi le relazioni semestrali della Direzione investigativa antimafia per avere un quadro preciso.
Per questo motivo bisogna essere contenti dell’arresto del boss di Castelvetrano ma non cantare vittoria, infatti è dagli anni 90 che – per esempio in merito alla camorra e alla mafia – assistiamo ad arresti eccellenti: Carmine Alfieri, Pasquale Galasso, Paolo Di Lauro, Michele Zagaria, Totò Riina, Bernardo Provenzano e diversi altri; tuttavia le mafie sono lontane da essere sconfitte, nella maggior parte dei casi cambiano strategia con la vittoria delle nuove famiglie emergenti.
Perciò continuiamo ad affermare che il fenomeno criminale italiano – ma non solo – subirebbe una grossa sconfitta se gli togliessimo fonti di enormi guadagni, per esempio attraverso politiche antiproibizioniste sulle droghe e sullo sfruttamento della prostituzione, ma anche attraverso interventi efficaci sul ciclo dei rifiuti, sugli appalti e sulle materie ambientali. Queste vere e proprie riforme Radicali varrebbero più di 100 arresti”, conclude.