Lettera aperta al ministro degli Esteri Antonio Tajani
“Questa mattina abbiamo inviato una lettera aperta al ministro degli Esteri Antonio Tajani affiché il nostro Paese prenda una chiara posizione contro il regime iraniano e convochi l’ambasciatore della Repubblica islamica dell’Iran per rappresentare ufficialmente lo sdegno per la repressione violenta in atto”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.
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Nella lettera si legge: “Oggi il mondo intero dovrebbe inchinarsi dinanzi al coraggio, alla determinazione e alla forza delle donne e degli uomini iraniani che si stanno battendo contro il regime: sono un esempio che deve insegnare a tutti noi il valore inestimabile della libertà e della lotta per raggiungerla.
Il nostro Paese fino ad ora, a nostro avviso, non si è espresso con la forza e la chiarezza necessarie. Per tale motivo, La invitiamo cortesemente a considerare la necessità di convocare l’Ambasciatore della Repubblica islamica dell’Iran per rappresentare ufficialmente lo sdegno per la repressione violenta in atto, per l’uso delle armi da fuoco contro la popolazione che ha condotto a oltre 300 morti tra i manifestanti; per dichiarare nel modo più netto e più evidente possibile il nostro sostegno a chi chiede democrazia, libertà di espressione, rispetto dello stato di diritto.
Non può sfuggire in questo contesto il ruolo incredibile che stanno svolgendo le giovani donne iraniane e, più in generale, le giovani generazioni che non accettano più la repressione e la teocrazia iraniana. l’Iran è uno dei regimi più violenti e sanguinari del mondo che utilizza la repressione, la carcerazione, le torture e la pena di morte come regola.
Un Paese che minaccia in ogni occasione la distruzione di Israele, che sostiene il despota sanguinario siriano Bashar al-Assad e il dittatore russo Vladimir Putin, che invia armamenti utilizzati nella guerra contro l’Ucraina e che rappresenta, per il mondo intero, una minaccia nucleare.
Vogliamo che l’Italia e l’Europa siano al fianco di chi lotta disarmato per le strade delle grandi città come dei paesi dell’Iran; di chi, a rischio della propria vita, della propria incolumità e della libertà, sfida il regime manifestando, cantando, ballando, togliendosi il velo, tagliandosi i capelli, mostrando cartelli.
L’Italia oggi dovrebbe, come la Germania, dire parole di denuncia rispetto a quanto accade senza possibilità di equivoco. In questo caso la diplomazia non deve essere diplomatica ma deve dire la verità: noi stiamo dalla parte di chi chiede libertà, contro chi da decenni la reprime e la schiaccia sotto i piedi di una folle ideologia religiosa”.