Sport invernali: le linee guida per lo sci non prevedono neanche i test rapidi: inseriamoli. Il testo della mozione urgente del 1 dicembre

Nonostante l’acceso dibattito pubblico sul tema, le linee guida per il funzionamento degli impianti sciistici durante la pandemia, con tetti al numero di skipass per ciascun comprensorio, non prevedono l’utilizzo di test rapidi per coronavirus, e ad oggi non sono sufficientemente sicure. 

L’inserimento dei test rapidi seriati, coerentemente con le ultime pubblicazioni su uso test rapidi ECDC, potrebbero consentire la riapertura degli impianti nel massimo della sicurezza possibile. “I politici non posso fare il tifo su cosa debba essere aperto e cosa no; nostro compito è quello di garantire il massimo della sicurezza possibile in ogni ambito”. A notarlo Michele Usuelli, consigliere regionale di Più Europa-Radicali in Lombardia, il quale a questo proposito ha stilato una mozione urgente da presentare in Consiglio regionale martedì 1 dicembre. 

“I protocolli di sicurezza firmati da tutte le regioni alpine, inclusa la Lombardia, insieme ai responsabili sanitari non prevedono ad oggi l’utilizzo di alcuna metodologia di screening diagnostico. I test rapidi, che pure sono semplici da usare anche da parte di personale non medico, se fatti a fondo pista con regolarità (ogni 3 giorni) darebbero il massimo della sicurezza possibile a sciatori, lavoratori, gestori ed amministratori. Il senso della mia mozione è volto a chiedere che Regione Lombardia modifichi il protocollo per inserire anche questo strumento, valutando chi fra i gestori degli impianti sarebbe disponibile, su base volontaria, a fare questi test e confrontandosi sia con la Conferenza Stato-Regioni per verificare se ci siano le condizioni per la riapertura dei comprensori, sia con gli altri Paesi dell’arco alpino per giungere ad un protocollo condiviso”, ha dichiarato Usuelli.

28 novembre 2020