“Il leader della Lega Matteo Salvini continua a confondere un intero settore agricolo ed industriale, quello della canapa, con la cannabis con proprietà stupefacenti, che è come confondere il succo d’uva con la grappa”, commentano in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.
“Al leghista che ritiene ‘incredibili’ alcuni emendamenti presentati al DL Ristori per regolamentare l’intera filiera della canapa ricordiamo che l’unica cosa davvero incredibile è che legislatore che da anni si rifiuta di lavorare sul tema, nonostante vi siano numerose proposte di legge depositate al Parlamento e sistematicamente ignorate. Le sue posizioni illetterate ed antistoriche mal si coniugano con l’attualità di un mondo in cui numerosi Stati esteri regolamentano il comparto con profitto ed in sicurezza, creando migliaia di posti di lavoro ed una nuova economia della quale, ci dicono i dati, si avvantaggiano soprattutto quelle zone geografiche economicamente depresse e dalla marcata vocazione agricola, proprio come la regione Calabria, nella quale Salvini è stato eletto e che gli garantisce stipendio e privilegi.
Secondo il Senatore Pillon poi”, aggiungono, “il fatto che il 7% degli studenti italiani abbia dichiarato di avere fatto uso di cannabis almeno una volta nell’arco di un anno incrementerebbe del 65% il numero dei loro ricoveri ospedalieri e l’80% di quelli psichiatrici sarebbero causati anche dal consumo di canapa.
Dati inventati di sana pianta o comunque non contenuti nella Relazione sulle Tossicodipendenze recentemente consegnata al Parlamento dal Dipartimento per le politiche antidroga che evidentemente Pillon non ha letto, forse spaventato dalle ben 400 pagine di approfondimenti con pochissime illustrazioni esemplificative. Inoltre la sua convinzione che la cannabis light si possa facilmente ‘concentrare’ presso il proprio domicilio per ottenerne cannabis stupefacente si riferisce a qualche oscura pratica alchemica solo a lui nota ma che è del tutto smentita dalla scienza. In conclusione non possiamo far altro che chiederci come mai i Tre Moschettieri dell’oscurantismo italiano – Salvini, Pillon, Fontana – si rifiutano di commentare il sistematico fallimento delle politiche repressive che, anno dopo anno, a fronte di una maggiore spesa pubblica e di carceri sempre più sovraffollate, tolgono sempre meno sostanze stupefacenti dalle strade e concentrano l’obiettivo solo sulle droghe leggere (80% dei sequestri). La cannabis è già libera, disponibile ovunque nel Paese e smerciata liberamente dalle Mafie.
È ora che diventi legale”, concludono.
Roma, 25 novembre 2020