Mozione generale approvata dal XXIII Congresso di Radicali Italiani tenutosi a Torino il 6-8 dicembre 2024.
Il XXIII Congresso di Radicali Italiani, riunito a Torino il 6-7-8 Dicembre 2024, udite le relazioni del Segretario e del Tesoriere le approva;
ringrazia i 626 sostenitori, di cui 519 iscritti e iscritte, le 16.787 persone che hanno scelto di destinare il proprio 2×1000 a Radicali Italiani;
ringrazia le compagne e i compagni che hanno dedicato tempo ed energie alle iniziative politiche del movimento;
ringrazia e saluta il lavoro del deputato Riccardo Magi, unico parlamentare iscritto a Radicali Italiani;
ringrazia e saluta il lavoro del consigliere comunale torinese Silvio Viale, il sindaco di Jonadi Fabio Signoretta, l’assessora Valentina Fusca e gli altri amministratori iscritti a Radicali Italiani;
premesso che
il metodo radicale resta il mezzo più potente ed incisivo nella lotta per i diritti e la libertà dell’individuo in un sistema politico e istituzionale che continua pervicacemente a condurre una resistenza silenziosa contro ogni tentativo di riforma e di cambiamento. Esso tuttavia richiede una costante spinta innovativa, per poter intercettare, con la sua carica scandalosa e liberatoria, i nuovi potenziali percettori delle lotte libertarie proprie del nostro movimento. Per questo serve contaminare i nuovi universi della comunicazione, a partire dai social, portando il metodo radicale, le nostre lotte, la nostra denuncia, su un piano nuovo, traducendoli nel linguaggio dei nuovi mezzi di comunicazione, perché possano insinuarsi nell’opinione pubblica e sedimentarsi, diventando il sale di quella disobbedienza che è il motore dei grandi cambiamenti politici;
considerato che
Donald Trump, eletto 47° presidente degli Stati Uniti nelle elezioni del novembre 2024, si appresta ad insediarsi alla guida di un esecutivo irrimediabilmente compromesso con movimenti estremisti, dichiaratamente ostile agli elementi fondamentali della democrazia liberale, oltre che all’ordinamento internazionale basato sul diritto e alla solidarietà tra le nazioni. La moltitudine di dichiarazioni espresse dal neoeletto presidente e da personalità che verosimilmente faranno parte del nuovo esecutivo in merito ai conflitti in corso, destano molte preoccupazioni. In particolare la probabile contrarietà di Trump al prosieguo dell’erogazione di aiuti alle truppe della resistenza in Ucraina e la vicinanza, mai disconosciuta, tra quest’ultimo e il dittatore Vladimir Putin, inducono a pensare che il futuro democratico dell’Ucraina potrebbe presto restare una responsabilità nelle mani di un’Europa ancora divisa e politicamente fragile;
Dopo più di mille giorni di guerra l’esercito invasore di Vladimir Putin non è riuscito a raggiungere i risultati sperati, collezionando una serie di importanti insuccessi, modesti successi e pesanti umiliazioni, ed ora la Russia si prepara ad affrontare le conseguenze economiche innescate dalla guerra di aggressione. L’esito di un conflitto tanto ingiusto quanto nefasto sul piano politico per la Russia di Putin dipende oggi da uno scenario globale assai mutato rispetto a due anni fa, con la perdita di slancio nel sostegno all’Ucraina da parte degli Stati Uniti e la costante pressione delle opinioni pubbliche in Europa per arrivare ad una pace che lo è solo di nome, ma non di fatto;
Nonostante i dilemmi delle democrazie liberali, in balia di opinioni pubbliche drogate dalla propaganda russa, l’Ucraina continua la sua eroica resistenza contro l’oppressione, riaffermando ogni giorno il valore profondo e drammatico della libertà e della democrazia in un contesto dove tali concetti oggi non possono che essere desideri e aspirazioni, soggetti alla pesante spada di Damocle di un conflitto armato che miete vittime anche e soprattutto nella popolazione civile. Davanti a questo desiderio, che è lo stesso che un tempo ha animato tanti italiani spingendoli a sfidare con le armi l’invasore tedesco e i complici fascisti, non possiamo che continuare a costruire ponti, tra Italia e Ucraina, attraverso quegli accordi di gemellaggio che rappresentano l’ossatura di una rete che sarà determinante quando, un giorno, auspicabilmente molto presto, l’Ucraina sarà avviata verso un nuovo sviluppo economico e sociale e potrà appartenere alla comunità delle democrazie libere sotto la bandiera europea;
La situazione di crescente tensione in Georgia a seguito dei brogli elettorali che hanno visto consegnato il governo del paese al partito “Sogno georgiano”, che sta cercando di invertire il processo di avvicinamento del paese all’Unione Europea per riportarlo nell’orbita di Mosca, reprimendo le proteste pacifiche, investendo con l’acqua degli idranti e la forza delle manganellate manifestanti armati solo di bandiere europee, riafferma la necessità storica e politica degli Stati Uniti d’Europa, unico soggetto in grado di rispondere con decisione all’incedere degli autoritarismi che sta erodendo la democrazia in Europa e nel mondo, anche e soprattutto a scapito di quei paesi che desiderano affrancarsi dal giogo dell’oppressione e abitare autenticamente lo stato di diritto;
Il 7 ottobre 2023 ha segnato uno spartiacque tragico per il Medio Oriente e il mondo intero, con l’attacco dei terroristi di Hamas che ha causato oltre 1.200 vittime e il rapimento di 250 persone, molte delle quali ancora prigioniere. Questo pogrom contro cittadini israeliani ha scatenato una spirale di violenza che continua a devastare la regione, trascinando il mondo in un conflitto che alimenta odio e divisioni ideologiche. Israele ha il diritto di difendersi, perché ha il diritto di esistere. Tuttavia, le azioni del governo di Netanyahu, con operazioni militari che hanno colpito duramente la popolazione civile palestinese, devono essere sottoposte a un rigoroso controllo internazionale. In tal senso è essenziale sostenere l’azione della Corte Penale Internazionale, che deve perseguire gli eventuali crimini di guerra commessi, tanto dai seguaci del fondamentalismo quanto dall’esercito israeliano e dalle sue autorità politiche. Un anno dopo, il Medio Oriente rimane intrappolato in questa crisi. Hamas ed Hezbollah sono in profonda difficoltà, l’Iran teme ripercussioni, mentre Israele affronta una crisi democratica senza precedenti. La devastazione della Striscia di Gaza e del Libano lascia cicatrici indelebili, alimentando un muro di incomunicabilità e tifo cieco, lontano dalla complessità e dalla sensibilità che questa tragedia richiederebbe. La strada verso una pace duratura richiede rigore, giustizia e un impegno collettivo per il rispetto dei diritti umani. Solo così sarà possibile costruire un futuro di dialogo e coesistenza per tutti;
il contesto di crisi che sta vivendo la democrazia nel mondo richiede una risposta all’altezza delle grandi sfide globali, ed è pertanto vitale la riaffermazione dell’idea di una lega mondiale delle democrazie, che ponga un argine fermo all’avanzare incessante delle autocrazie, che reprimono e controllano sempre più esistenze in tutto il pianeta. È pertanto essenziale dare vita ad un presidio politico che si ponga a difesa della vita della democrazia stessa, a tutela della sua salute e della sua sicurezza globale;
la situazione di profonda contraddizione che caratterizza il sistema del carcere in Italia e non solo sta rapidamente devolvendo in una catastrofe senza precedenti. L’illegalità diffusa negli istituti penali è ora manifestamente mortifera, con più di 83 detenuti che si sono tolti la vita quest’anno e innumerevoli agenti di polizia penitenziaria che hanno subito la stessa sorte. Le risposte messe in campo dal governo e dalle istituzioni sono state finora del tutto insoddisfacenti e, anzi, hanno aggravato il problema, implementando politiche prettamente punitive che hanno ampliato la sfera del punibile e dilatato i margini della pena, un atteggiamento che senz’altro non rappresenta un unicum di questo esecutivo, ma che del resto si colloca nel solco di una tradizione peggiorativa del nostro sistema penale e giudiziario, che ogni anno si mostra sempre più inadeguato a garantire la giustizia e sempre più improntato al soddisfacimento di un basso sentimento di vendetta e spettacolo, che abbiamo anche tristemente visto nelle vicende giudiziarie che hanno caratterizzato recentemente il consigliere Viale, protagonista di una vicenda legale che ha finora animato più le prime pagine dei giornali che le aule di tribunale. A lui va la nostra solidarietà in attesa che la giustizia faccia finalmente il suo corso;
l’economia italiana si trova stritolata nella morsa di un sistema corporativo tossico che priva la politica di qualsiasi coraggio riformatore e riduce al silenzio le proteste dei consumatori. Protervie e violenze sono all’ordine del giorno per chi lamenta i disservizi e condanna i privilegi nefasti di piccoli gruppi, come tassisti e balneari che, per mantenere le proprie rendite di posizione, impediscono ai consumatori di accedere a servizi di qualità a prezzi consoni. L’unica soluzione allo strapotere delle corporazioni resta la concorrenza, una medicina tuttavia difficile da far digerire ad un paese del tutto allergico a qualsiasi cambiamento che possa turbare uno status quo tanto fastidioso da mantenere quanto difficile da sradicare;
il nucleare rappresenta oggi la sola fonte di energia pulita in grado di rispondere davvero alle esigenze imposte dalla transizione energetica ed è pertanto di vitale importanza per garantire un futuro sostenibile e libero dalla dipendenza delle fonti fossili, spesso provenienti da paesi non democratici. La creazione di un mix energetico dove l’energia nucleare e le energie rinnovabili siano il pilastro per soddisfare il fabbisogno di energia nazionale, sostenendo la crescita economica e lo sviluppo sociale, senza inseguire il miraggio della decrescita che altro non porterebbe che povertà diffusa;
Hotspot, CARA e CPR rappresentano una forma di gestione dei fenomeni migratori completamente cieca davanti alla necessità di garantire il rispetto dei diritti umani, una forma di reclusione del tutto irrispettosa della libertà personale di uomini e donne che hanno l’unica colpa di essere illegali a causa di una legge ingiusta, che criminalizza la legittima aspirazione delle persone di sognare una vita migliore al di là dei confini nazionali. La triste vicenda legata al costoso centro costruito in Albania a spese dei contribuenti italiani rappresenta l’ultima grottesca e fantasiosa trovata di una politica che a tutto è capace di ricorrere per evitare di affrontare il problema costituito dall’assenza di una legge sull’immigrazione che sia in grado di dare regole certe e realmente applicabili a questo fenomeno al quale, finora, si è scelto di rispondere unicamente con la criminalizzazione;
i continui attacchi rivolti da questo Governo al settore della cannabis light sono l’ennesima sfrontata aggressione antiscientifica a imprenditori e imprenditrici che, con fatica, animano una filiera osteggiata da un fastidioso pregiudizio. La facilità con cui l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, con un ruolo particolarmente rilevante del ministro Salvini, porta avanti questa offensiva denota la totale inconsapevolezza da parte di quest’ultimo delle potenzialità di questo settore, oltre che degli innumerevoli posti di lavoro che esso garantisce, elementi del tutto sacrificabili davanti all’opportunità di sfogare ancora una volta l’ideologia oscurantista e criminogena che anima la destra al governo;
il crescente utilizzo di tecnologie di sorveglianza di massa, l’implementazione di sistemi di controllo sociale attraverso l’intelligenza artificiale e le continue limitazioni alla libertà di espressione online rappresentano una minaccia concreta alle libertà individuali e alla privacy dei cittadini. La digitalizzazione della società non può tradursi in un pretesto per limitare le libertà fondamentali attraverso censure preventive, controlli pervasivi e tracciamento sistematico delle attività online;
le resistenze ideologiche agli OGM e alle nuove tecniche genomiche continuano a rappresentare un freno allo sviluppo scientifico e all’innovazione in agricoltura, limitando le possibilità di rispondere alle sfide della sicurezza alimentare e del cambiamento climatico. L’opposizione preconcetta alle biotecnologie agricole si traduce in un danno concreto per agricoltori e consumatori, oltre che in un ostacolo alla ricerca scientifica;
il circuito democratico nazionale mostra segni di grave deterioramento, manifestati dalla progressiva erosione dei poteri parlamentari e dal conseguente svuotamento della principale istituzione rappresentativa. Questa crisi è aggravata dall’assenza di una legge organica sui partiti e dai crescenti limiti dello strumento referendario, ulteriormente appesantiti dalla recente giurisprudenza della Consulta e da un quorum sempre più lontano dagli attuali tassi di astensionismo. Il sistema democratico è inoltre indebolito dalla profonda crisi dei media nel racconto della politica e dall’assenza di normative chiare sulla partecipazione a livello locale, che impediscono un effettivo coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali;
il sistema delle società partecipate rappresenta un esempio emblematico di cattiva gestione pubblica, come dimostrano i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze: su un totale di 39.989 partecipazioni, ben 11.872 non rispettano i criteri di legge, mentre 1.149 società su 3.240 registrano un fatturato medio sotto la soglia minima richiesta. Particolarmente grave è la situazione delle 559 società completamente prive di dipendenti e delle 327 che presentano un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti, configurando un sistema che drena risorse pubbliche senza generare benefici per la collettività;
impegna gli organi dirigenti a
1. proseguire le azioni e la campagna sulla concorrenza attraverso una proposta di legge di iniziativa popolare per la liberalizzazione del settore dei taxi, avviando altresì una campagna di denuncia della situazione intollerabile di spartizione partitocratica delle società partecipate;
2. proseguire la campagna di sensibilizzazione e contrasto della propaganda russa in Italia e nel mondo, a maggior ragione in seguito all’annullamento delle elezioni in Romania proprio a causa delle ingerenze straniere, soprattutto russe, sulla campagna elettorale;
3. Continuare a sostenere la resistenza ucraina e proseguire nel processo di interlocuzione istituzionale necessario per dare vita ad accordi di gemellaggio tra comuni italiani e ucraini;
4. Proseguire e incrementare il lavoro già intrapreso nelle sedi della nostra area politica europea di riferimento (ALDE, di cui Radicali Italiani è membro dal 2004), con la finalità di accrescere le relazioni tra Radicali Italiani e gli altri partiti liberali per sviluppare campagne europee e transnazionali comuni e condivise;
5. Sostenere le comunità e le diaspore che, anche dall’Italia, combattono per la libertà e la democrazia nei propri Paesi, a cominciare da quella ucraina, quella georgiana e quella iraniana;
6. rilanciare, insieme alle associazioni e alle organizzazioni affini, una campagna di mobilitazione per l’amnistia e l’abolizione del carcere;
7. promuovere una proposta di legge per l’abolizione degli istituti penali minorili;
8. rilanciare la battaglia antiproibizionista attraverso azioni di disobbedienza e il lavoro con associazioni come Meglio Legale;
9. valutare la fattibilità di un percorso che porti ad un accordo di collaborazione con i partiti, i movimenti e le associazioni di ispirazione radicale e non, a partire da +Europa, che parta dalla definizione di obiettivi e metodi comuni, per offrire un fronte di iniziativa e di lotta unitario per chi si riconosce in una prospettiva liberale, liberista e libertaria di trasformazione del paese;
10. promuovere appuntamenti e seminari di discussione interni al Movimento, a partire da iniziative come “Eretika”;
11. mettere in campo le energie e le risorse per garantire lo svolgimento del Radical Lab;
12. promuovere una campagna sul diritto all’aborto, oggi minato gravemente dalle politiche di un governo caratterizzato da ideologie contrarie alle libere scelte, in particolare sui corpi delle donne;
13. promuovere una campagna per valorizzare l’importanza della salute mentale;
14. lanciare una campagna informativa sulle nuove tecniche genomiche e gli OGM, contrastando pregiudizi e disinformazione scientifica
15. Promuovere una campagna per rendere obbligatori corsi di informazione sessuale nelle scuole e per l’introduzione di distributori automatici di condom all’interno degli istituti di istruzione superiore
delibera
in 100 euro la quota di iscrizione per gli anni politici radicali 2025-2026 e a 25 euro per i minori di anni 30
Torino, 8 dicembre 2024
Filippo Blengino
Patrizia De Grazia
Matteo Hallissey