Il Consiglio di Stato ha parlato: le spiagge italiane sono risorse scarse, l’ultima data valida per la proroga delle concessioni è quella del 31 dicembre 2023. Ora serve fare le gare per l’assegnazione delle concessioni balneari.
La decisione arriva a seguito di un ricorso da parte del proprietario di uno stabilimento balneare di Moneglia contro lo stop della concessione entro il 2023. La sentenza conferma il no alla proroga delle concessioni balneari al 31 dicembre 2024 e l’avviamento immediato delle procedure di gara.
I giudici hanno anche smentito la narrazione del governo sulla scarsità delle spiagge.
Lo scorso autunno il Governo aveva fatto mappare la situazione delle spiagge italiane, evidenziando come solo il 33% delle coste fosse in concessione. Un dato che doveva dimostrare la non scarsità della risorsa spiagge e l’inutilità di una messa a gara delle concessioni.
Peccato fosse tutto un tentativo per aggirare la direttiva Bolkenstein sulla concorrenza: negli 11mila km di spiaggia mappati erano stati inseriti anche segmenti rocciosi e aree non balneabili che naturalmente mai potrebbero andare in concessione.
Davanti alle parole dei giudici la politica ha opposto la consueta levata di scudi. La Ministra Santanché ha parlato di dialogo con la commissione europea per tutelare le famiglie che gestiscono gli stabilimenti, ma le spiagge sono un bene pubblico e le concessioni non sono un diritto ereditario.
Basta con la tirannia delle lobby, serve una gara subito per ristabilire la legalità!
Lo dichiara in una nota Pietro Borsari – Direzione Radicali Italiani