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Medioriente: uccisione operatori ONG tragico errore

“Questa è la guerra”.

Con queste parole il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha liquidito la questione. Sette coraggiosi lavoratori umanitari, cittadini del Regno Unito, degli Stati Uniti, dell’Australia, della Polonia, della Palestina e del Canada, impegnati nelle operazioni di soccorso della World Central Kitchen (WCK) a Gaza, sono stati tragicamente uccisi in seguito a un attacco aereo israeliano. Poche morti rispetto ai migliaia di civili uccisi dall’inizio della guerra, ma che fanno notizia.

Perché anche in guerra vanno rispettate delle regole.

Questo terribile evento ha colpito una carovana che trasportava oltre 100 tonnellate di aiuti alimentari, destinati a mitigare la fame dilagante nella regione. Il grave dettaglio che l’associazione si coordinasse con l’esercito israeliano, indicando la loro posizione per garantire la sicurezza dei convogli di aiuti, solleva interrogativi dolorosi su questa tragedia.

La perdita di queste vite, in un momento così cruciale, evidenzia la gestione caotica e violenta dell’IDF a Gaza, segna un pericoloso punto di svolta. Questo evento tragico mette in pausa le operazioni di WCK e spinge altri gruppi di aiuto a riconsiderare il loro impegno nella regione.
Con la sospensione delle attività di aiuto, l’accesso vitale al cibo e ai beni di prima necessità per la popolazione di Gaza è negato e questo aggrava la già critica emergenza umanitaria.

Cosa significa?

  • Meno aiuti: Con il ritiro di UAE dal corridoio marittimo e il rientro in Cipro delle navi cariche di aiuti, Gaza affronta una crescente crisi umanitaria senza sufficienti forniture di cibo e beni essenziali.
  • Maggiori responsabilità per Israele: Se gli aiuti non possono essere garantiti da organizzazioni internazionali, Israele dovrà trovare alternative per sostenere la popolazione civile di Gaza, in linea con le pressioni internazionali e gli obblighi legali.
  • Richiesta di azione: Gli eventi recenti richiedono una risposta decisa e coordinata per garantire la sicurezza dei lavoratori umanitari e la ripresa delle operazioni di aiuto.

Il nostro appello:
Chiediamo un impegno rinnovato per la sicurezza e la protezione dei lavoratori umanitari, attuando la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. È imperativo stabilire meccanismi efficaci per evitare incidenti futuri e garantire che l’aiuto raggiunga coloro che ne hanno disperatamente bisogno.