“L’arresto del mercenario italiano Alessandro Bertolini, che ha combattuto dal 2016 nel Donbass ucraino con i secessionisti filorussi, è importante perché può permettere agli inquirenti italiani di fare luce sia sulle modalità con cui il regime di Putin ha pagato per anni gli stipendi ai mercenari, italiani e non, sia sui meccanismi di reclutamento dei mercenari italiani”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Igor Boni e Giulio Manfredi, segretario, presidente e membro di giunta di Radicali Italiani.
“Speriamo che il cerchio si chiuda anche sul capofila dei mercenari, quell’Andrea Palmeri, già condannato a Lucca per lesioni gravi e condannato a Genova per l’attività di reclutamento di mercenari italiani per il Donbass.
Ricordiamo che sia Bertolini che Palmeri compaiono nel servizio del programma tv NEMO (Rai2, 8 giugno 2017) intitolato ‘Ucraina, la guerra alle porte d’Europa’, in cui appare anche l’attuale assessore regionale piemontese di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone.
Nel 2017 Marrone era capogruppo di FDI in Consiglio Regionale ed è immortalato dalle telecamere mentre a Lugansk, nel Donbas ucraino occupato dai secessionisti filorussi, riceve da esponenti europei di destra una targa per il suo impegno a favore dei secessionisti.
Radicali Italiani inviò due PEC, nel 2017 e nel 2020, rispettivamente alle Procure di Torino e Lucca e alle Procure di Genova e Lucca, affinché audissero Marrone sulla sua presenza in Donbass. Nessun riscontro”, concludono.