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Quasi 17 milioni di persone fatte fuori da questa politica

Politica, leader, elezioni, voto, non voto astensione.

Articolo di Massimiliano Iervolino pubblicato su Il Dubbio del 16 maggio 2023

16.636.845 persone fatte fuori. Sono coloro che in occasione delle ultime elezioni politiche del 25 settembre del 2022 non si sono recate alle urne. Un po’ più del 36% degli aventi diritto al voto: il partito più grande, quello dell’astensione. La competizione elettorale che ha visto la vittoria di Giorgia Meloni è quella che ha fatto segnare questo record negativo. Tendenza confermata anche nelle successive elezioni regionali del Lazio e della Lombardia.

Come spesso accade nel nostro Paese il dibattito sulla disaffezione dei cittadini verso i partiti ovvero verso le istituzioni è durato un battito di ciglia. Eppure è questione centrale per la nostra malandata democrazia. Molto probabilmente ognuno dei sedici milioni di elettori che non si è recato alle urne ha avuto il suo di motivo. Dopodiché analizzando la grave crisi italiana data dal crollo economico, sociale, ambientale e istituzionale, ci rendiamo conto che sono state letteralmente fatte fuori tantissime persone che chiedevano – e ancora chiedono – una risposta da parte della politica.

Leggi sbagliate che hanno escluso dalla vita politica imprenditrici e imprenditori che reclamavano maggiore concorrenza, tempi più brevi per riscuotere quanto dovuto dalla pubblica amministrazione, riforme strutturali a favore della produttività e un vero contrasto alla criminalità organizzata che mette in campo de facto una competizione sleale utilizzando “le proprie” aziende per riciclare i proventi (circa 17 miliardi di euro annui) del traffico di droga e dello sfruttamento della prostituzione.

Leggi sbagliate che hanno di fatto discriminato quelle persone che chiedevano più diritti, dall’eutanasia a un vero diritto sull’aborto, passando allo “ius soli”, alle politiche lgbtqia+, finendo con la legalizzazione delle droghe e le politiche per i sex worker.

Leggi sbagliate che hanno criminalizzato gli immigrati, norme che, tra le altre cose, hanno reso ancora più insostenibile il nostro sistema pensionistico.

Leggi sbagliate che non affrontano la crisi climatica andando per di più nella direzione opposta a quanto richiesto dalle nuove generazioni: stop ai sussidi ambientalmente dannosi e sburocratizzazione dell’iter per l’installazione di impianti rinnovabili. In poche parole la cura dell’ambiente: aria, acqua e terra.

Leggi sbagliate che hanno ostacolato la partecipazione popolare dei cittadini alla vita politica del Paese rendendo difficilmente accessibili gli strumenti previsti dalla Costituzione (referendum e leggi popolari) e quelli locali riconosciuti dal TUEL.

Si potrebbe continuare ma fermiamoci qui. L’elenco è lungo. Gli esclusi del nostro Paese sono milioni. Però guai ad arrendersi: nessun vittimismo o pessimismo. Marco Pannella diceva: “Il crimine più grave è restare con le mani in mano”. Infatti Radicali italiani è pronta alla mobilitazione: proposte non proteste.