Carceri, Radicali Italiani: servizio di Report parziale e distorto

“Rivendichiamo fino in fondo la nostra azione di verifica del rispetto dei diritti umani all’interno delle strutture detentive, e rispondiamo al fango gettato ieri in prima serata sulla nostra attività con l’iniziativa ‘Devi Vedere’, portando i cittadini dentro le carceri”, così in una nota Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani, in merito al servizio di Report andato in onda ieri sera.

“Nel corso della trasmissione Report di ieri, ampio spazio – bontà loro – è stato dedicato all’impegno dei Radicali nel mondo carcerario. Purtroppo, in modo del tutto distorto e, spiace dirlo, strumentale. Report poteva approfittare per svolgere un vero servizio pubblico, parlando delle condizioni dei detenuti, della situazione, spesso disastrosa, in cui versano gli istituti penitenziari italiani, delle criticità in termini di rispetto di diritti e dignità di alcune situazioni particolari, come nel caso dell’ergastolo ostativo, del problema della salute mentale negli istituti penitenziari, dei tanti bambini costretti a trascorrere l’infanzia in prigione. Si è invece scelto di orchestrare un’inchiesta denigratoria, senza nemmeno prendersi la briga di ascoltare la nostra voce.

Come Radicali visitiamo da decenni le carceri perché crediamo nell’articolo 27 della Costituzione che parla della funzione rieducativa della pena. Se Report è davvero interessato a capire cosa succede nelle prigioni italiane ci inviti in trasmissione e dia spazio a ‘Devi Vedere’, la nuova campagna che mira a portare dentro le carceri semplici cittadini e cittadine, in modo che possano vedere, ascoltare, comprendere cosa significa confinare, letteralmente, oltre 50mila tra uomini e donne in una discarica.

Piuttosto che insinuare dubbi o sospetti verso chi si occupa di carcere, la televisione pubblica si metta davvero al servizio di tutti i cittadini, e dia visibilità anche a chi sta ai margini e vive recluso, in condizioni non sempre rispettose di quanto prevede la nostra Carta costituzionale”, conclude.