Migranti: su protezione speciale Meloni mente sapendo di mentire  

“Sulla protezione speciale Giorgia Meloni mente sapendo di mentire. Per questo il nostro pieno sostegno va all’iniziativa di opposizione dei sindaci di Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna e Firenze”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.  

“Fino al 2018 in Italia esisteva la ‘protezione umanitaria’ cancellata improvvidamente da Matteo Salvini con i decreti sicurezza. Dal 2020 la ministra Lamorgese ha introdotto la ‘protezione speciale’ che protegge persone sottoposte a violazioni o discriminate per la loro etnia, la loro religione, il loro orientamento sessuale o le proprie opinioni. Al di là della denominazione, quel che è certo è che l’Italia non è il solo Paese ad avere tale norma: ecco la menzogna distribuita a mezzo stampa dal nostro Governo.

Analoghi dispositivi sono presenti in gran parte dei Paesi europei con la denominazione precedente alla tagliola di Salvini. In questo contesto, vogliamo esprimere il nostro sostegno all’iniziativa dei sindaci delle grandi città italiane. Il documento, firmato da Gualtieri, Sala, Manfredi, Lo Russo, Lepore e Nardella coglie in pieno il problema e prospetta soluzioni che proponiamo da anni.

Non è possibile infatti continuare a ragionare in un’ottica emergenziale sull’immigrazione; cancellando la protezione speciale si contribuisce a costruire il clima di emergenza che viene di tutta evidenza alimentato ad arte con dichiarazioni, atti e norme. Un clima che ha lo scopo di produrre un consenso sul fuoco della paura instillata nella popolazione. Questo ulteriore colpo alla ragionevolezza non farà altro che incrementare violazioni di diritti e insicurezza.

Chi viene condannato all’invisibilità, alla marginalizzazione sociale, all’emarginazione civile diviene facile preda della criminalità italiana. Noi, insieme a molte associazioni che si occupano giornalmente del tema, con l’iniziativa ‘Ero Straniero‘ abbiamo proposto modelli di inclusione e convivenza che affronterebbero questa vicenda epocale non come l’ennesima emergenza ma governandola. Tuttavia certa politica nostrana non vede l’ora di lucrare su sofferenze e violazioni per costruire il proprio effimero consenso”, concludono.