Ucraina: Putin in guerra contro i dissidenti russi, Tajani vigili

“Quella di Putin non è solo una guerra contro l’Ucraina ma anche contro i cittadini russi, in particolare contro coloro che per la Russia chiedono libertà, pace e democrazia. Le istituzioni del nostro Paese vigilino”, così in una nota Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani.

“Ieri la Seconda Corte di Cassazione a Mosca doveva prendere in esame il ricorso presentato da Aleksei Gorinov – uno degli oppositori politici rimasti in Russia a battersi contro il regime e contro la guerra condannato a 7 anni per la famigerata legge sui cosiddetti ‘falsi militari’ – ma l’udienza è stata rinviata a tempo indeterminato perchè al Tribunale non era stata trasmessa la denuncia che Gorinov ha consegnato all’amministrazione del penitenziario nel quale è detenuto.

La strada di chi si fa processare in Russia è coraggiosa e giusta, radicale, nel metodo perché nei procedimenti giudiziari è il regime di Putin ad essere sotto processo. Ma anche in questa guerra – come rispetto a quella che si combatte sul territorio ucraino – le  istituzioni del mondo libero devono schierarsi e mettersi al fianco di chi combatte per la pace la democrazia e la libertà in Russia. Aleksey Gorinov, Ilya Yashin ed i molti altri combattenti russi devono sentire i governi nazionali e le istituzioni internazionali anche fisicamente al loro fianco.

Per questo bene hanno fatto i rappresentanti dell’Ambasciata britannica, di quella polacca ed un rappresentante della delegazione dell’Unione Europea ad essere in tribunale insieme agli amici ed ai sostenitori di Gorinov. Auspichiamo, anzi rivolgiamo un appello al Ministro Tajani perchè nelle prossime occasioni ‘schieri’ nei tribunali nei quali si combatte per la democrazia la libertà e la pace oppure chieda che siano presenti al fianco dei combattenti russi anche i rappresentanti diplomatici del nostro paese. Il ministro degli Esteri si faccia altresì garante dei diritti del dissidente Navalny inviando, come da nostra richiesta, un rappresentante a verificare le sue condizioni in carcere”, conclude.