Vai al contenuto

Trascrizioni figli coppie omogenitoriali. Crivellini: obbligo trascrivere, parte ora mobilitazione nazionale

“Parte la mobilitazione nazionale che come Radicali Italiani e Più Europa ci vedrà impegnati nelle prossime settimane per contrastare gli ordini ministeriali in materia coppie delle stesso sesso e per sostenere i sindaci a continuare a trascrivere gli atti di nascita”, così in una nota Giulia Crivellini, tesoriera nazionale dei Radicali a margine della conferenza stampa congiunta oggi alla Camera.


Firma qui il nostro appello ai sindaci e alle sindache


“La trascrizione di figli nati a seguito di procreazione medicalmente assistita da parte di due madri o di gestazione per altri all’estero da parte di due padri è un atto dovuto. Un atto dovuto in base al diritto europeo ed internazionale; la premier Meloni e i ministri Roccella e Piantedosi ne prendano atto.

Incombe infatti su tutti gli Stati aderenti alla Convenzione sui diritti del fanciullo di New York, come l’Italia, l’obbligo di garantire la stabilità dei legami e delle relazioni del minore in riferimento a tutte le persone con cui quest’ultimo abbia instaurato un rapporto personale stretto.

E per quanto riguarda la c.d. maternità surrogata, la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ha più volte ravvisato la violazione del diritto alla vita privata del minore nel mancato riconoscimento del legame di filiazione tra lo stesso, concepito all’estero ricorrendo alla specifica tecnica della surrogazione di maternità, e i genitori intenzionali, proprio in considerazione dell’incidenza del rapporto di filiazione sulla costruzione dell’identità personale”, prosegue.

“In queste ore poi il commissario europeo alla Giustizia Reynders, rispondendo a un’interrogazione sui diritti delle famiglie arcobaleno in Italia, ha affermato come, in linea con la strategia per l’uguaglianza delle persone Lgbtiq 2020-2025, la Commissione europea sia in continuo dialogo con gli Stati membri riguardo all’attuazione delle sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea e che queste comprendano ‘anche l’obbligo per gli Stati membri di riconoscere i figli di genitori dello stesso sesso, ai fini dell’esercizio dei diritti conferiti dall’Ue'”, conclude.