“Siamo perplessi di fronte alla proposta Piantedosi sulle quote del prossimo decreto flussi”, così Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani, insieme alle organizzazioni della campagna Ero straniero, sulle quote di lavoratori e lavoratrici che nel prossimo ‘decreto flussi’ verrebbero stabilite solo dopo aver verificato la disponibilità dei percettori del reddito di cittadinanza a essere impiegati.
“Il ministro sembra ignorare quanto accade nel nostro Paese in termini di domanda e offerta di manodopera, italiana o straniera che sia, e di come sia di fatto impossibile per i datori di lavoro riuscire a reperire le figure di cui hanno bisogno affidandosi ai meccanismi, del tutto inadeguati, previsti dal sistema attuale di reclutamento rispetto al reddito di cittadinanza.
Riesce difficile persino immaginare come si possa attuare un collegamento tra domanda di lavoro, mancato impiego dei beneficiari del reddito di cittadinanza ed eventuale selezione di manodopera straniera da far arrivare in tempo per soddisfare le continue e incessanti richieste di tanti settori produttivi del nostro Paese.
Al ministro facciamo notare che sono arrivate oltre 200.000 domande per la regolarizzazione straordinaria del 2020 e altre 200.000 per il decreto flussi del 2022 (che ha però accolto solo 70.000 domande): sono gli unici canali per i datori di lavoro che vogliono assumere. Tra l’altro, ricordiamo a chi guida il Viminale che ancora non sono state finalizzate dagli uffici proprio le pratiche relative all’ultimo decreto flussi e, incredibilmente, alla sanatoria del 2020, rendendo impossibile l’assunzione e la stabilizzazione di decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici.
Il ministro si occupi di sbloccare questo immobilismo. Poi, finalmente, si lavori per riformare il sistema di ingresso per lavoro che risale a vent’anni fa e che è evidentemente inefficace, puntando sulla creazione di canali d’ingresso per lavoro basati sull’incontro tra domanda e offerta, e sulla piena integrazione delle persone già presenti sul nostro territorio, come prevede la proposta della campagna Ero straniero su cui invitiamo governo e parlamento a confrontarsi”, concludono.