Appunti di benvenuto al XXI Congresso di Radicali Italiani

di Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali italiani

Il XXI Congresso di Radicali Italiani a Rimini è alle porte. Un Congresso di iscritti, che definirà le linee politiche e designerà la dirigenza che si assumerà l’onere e l’onore di guidare questo Movimento nel prossimo anno. Ma non è un anno qualsiasi. Saranno mesi densi di sfide nuove e lotte da portare avanti per offrire alla politica il contributo Radicale di modernizzazione anche del fronte democratico, progressista e liberale, uscito travolto dalle elezioni politiche.

Alcuni nodi politici stanno venendo al pettine, confermando alcune delle nostre ragioni storiche.

Il nostro impegno è stato cruciale nella revoca, per indegnità, da parte del presidente Mattarella, delle onorificenze che l’Italia aveva concesso a personalità politiche e oligarchi russi, e centrale continua a essere la nostra politica contro il regime di Putin. Da più di vent’anni Radicali Italiani denuncia la violenza assassina e terrorista del dittatore russo e oggi la politica, italiana e internazionale, non può più eludere questa verità per cui abbiamo sempre lottato e che adesso si sostanzia nell’iniziativa “Putin all’Aja”, per la sua incriminazione alla Corte Penale Internazionale. Ancora, azione politica che lega a doppio filo la guerra in Ucraina con l’emergenza energetica: da un lato la crisi economica che insiste concretamente sull’economia reale del Paese, sulle persone e sulle imprese, che dopo due anni di sacrifici dovuti alle misure sanitarie si trovano oggi a dover affrontare un aumento dei costi dovuti al conflitto ucraino, e dall’altro la fragilità del nostro sistema che, come Radicali Italiani denuncia da sempre, manca di un Piano energetico nazionale ed europeo.

Ma se la politica in Italia oggi, con i distinguo del caso, si mostra quasi unanime nella condanna della condotta di Putin di questi mesi, diversi sono i partiti italiani ed europei uniti culturalmente e politicamente alla sua concezione antimoderna e anti-laica dei diritti civili, sessuali e riproduttivi. Per questo la nostra campagna Libera di abortire non solo punta a promuovere il pieno diritto di accesso all’aborto in Italia, ma si inserisce in un quadro transnazionale legato all’attivismo dei nuovi femminismi, come già avvenuto in passato quando i Radicali giocarono un ruolo decisivo per modernizzare la società, inondando le strade di quella energia positiva che portò alle riforme sui diritti civili.

Altro tema che unisce la destra internazionale è quello della negazione dell’emergenza climatica. Un fronte di lotta che ci ha visti impegnati in varie campagne, come quella della bonifica dei Siti d’Interesse Nazionale, della campagna “Basta merda in mare”, dimostrando come le campagne politiche per i diritti ambientali sono legate a quelle sulla salute, così come al rispetto delle leggi garantite dall’Unione europea. Dalla proposta per una normativa sulla protezione del suolo, a quelle sul risparmio idrico e la riforma delle politiche sulla gestione dell’acqua; dalla campagna per una transizione ecologica sostenibile per la lotta al cambiamento climatico, alla campagna di informazione e sensibilizzazione sul risparmio energetico e sul consumo consapevole e sostenibile.

Lotta politica che portiamo avanti anche sui temi dell’immigrazione, altro fronte aperto in modo strumentale già nei primi mesi del nuovo Governo, ma che il nostro Paese si trascina da anni. Come Radicali non soltanto opponiamo alla propaganda sicuritaria la nostra proposta di legge per cambiare le politiche sull’immigrazione e superare la Bossi-Fini, ma la rilanciamo in ottica europea e federalista, davanti a una Europa che sembra non essere ancora capace di rispondere efficacemente né alla crisi energetica, né alle crisi e alle emergenze legate a immigrazione e debiti sovrani. Per questo è necessario rilanciare il tema del federalismo europeo.

Anche sul fronte interno questi sono stati anni di lotte e di conquiste. Come dovrebbe succedere per liberare il futuro dell’Italia, abbiamo estinto ogni debito pregresso che pesava come un macigno sulla vita di Radicali Italiani e abbiamo conquistato e fatto crescere le risorse economiche disponibili all’iniziativa politica, iscrivendoci al Registro nazionale dei partiti politici e confermando anche quest’anno, contro ogni aspettativa, l’accesso al 2xMille, garantendo agibilità politica e autonomia economica al Movimento.

Ma pur ottemperando a tutti gli oneri di legge previsti dal Registro dei partiti, abbiamo avanzato proposte a tutti i parlamentari per aprire la democrazia a iniziative diverse da quella elettorale, per rendere il 2xMille una modalità di finanziamento di tutte le forme d’iniziativa politica, anche non elettorale, e, dopo la storica conquista delle firme digitali per la sottoscrizione di referendum e iniziative popolari, imporre tempi certi di discussione e votazione parlamentare.

Questo il nostro recente passato; oggi quello che viene può, finalmente, essere l’anno di una piena attività politica radicale che parta dalla consapevolezza, pannelliana, che «noi siamo diventati radicali perché ritenevamo di avere delle insuperabili solitudini e diversità rispetto alla gente, e quindi una sete alternativa profonda, più dura, più “radicale” di altri … Noi non “facciamo i politici”, i deputati, i leader … lottiamo, per quel che dobbiamo e per quel che crediamo» e che quindi vogliamo «fare della società qualcosa che rende più felici perché più liberi, più responsabili perché più puliti, più capaci di amare e meno di pagare».

Dobbiamo allora tornare a essere avanguardia che anticipa i temi, resistere alle attuali miserie mondiali che reagiscono alle novità chiudendosi nel populismo, nell’essere conservatori o reazionari, offrendo, proponendo, ambendo a una nuova concezione della società.

Concezione che sia fondata sull’abbattimento delle barriere di genere, generazione e di ogni discriminazione e che non può essere perseguita riducendola a singole battaglie ma in cui le singole battaglie siano coerenti con il perseguimento della società ambita.

Società nella quale bisogna superare il declino economico degli ultimi 40 anni che ha portato con sé il declino del benessere economico, della qualità della vita, della stato sociale e civile e con essi l’imbarbarimento della politica. Bisogna quindi tornare a sporcarsi le mani di “economia” spingendo il Paese verso un sistema di welfare che supporti chi è in difficoltà, che faciliti l’accesso al lavoro ripensando le logiche della formazione professionale, che prepari i giovani in percorsi scolastici di qualità, secondo le personali ambizioni, disponibili per tutti, in tutto il Paese, con l’obiettivo di realizzare una uguaglianza delle opportunità che prescinda dalla classe sociale di provenienza e dal reddito familiare. E dobbiamo impegnarci affinché la precarietà, vissuta come menomazione e come incertezza, sia superata in virtù di una offerta di lavoro abbondante che si può ottenere solo aiutando imprese e imprenditori realizzando un contesto economico governato da una legislazione semplice, coerente, rispettata e fatta rispettare, riducendo al minimo indispensabile burocrazia, adempimenti e rigidità, permettendo di liberare tutte le capacità e la creatività esistenti e potenziali in un ambiente in cui la concorrenza sia sana e garantita.

E dobbiamo avere il coraggio di affrontare la questione pensionistica dichiarando che il modello in uso è insostenibile nel tempo, che penalizza le nuove generazioni, che ha bisogno di essere rivoluzionato da oggi per vederlo moderno tra molti anni.

E continuare a lavorare sui diritti nella convinzione che la battaglia “Libera di” è stata a oggi declinata solo su Aborto perché tema centrale e simbolico ma deve essere estesa a tutte le tematiche di diritti formalmente riconosciuti ma non realmente godibili.

Su questa concezione antica e modernissima dobbiamo lavorare aggregandoci, aggregando altre forze associative o politiche, costruendo un “laboratorio civile” di elaborazione e di attività politica.

La partecipazione al Congresso di Rimini è fondamentale per tutto questo, per entrare in un nuovo anno di politiche radicali, con l’ambizione di incidere e modificare la società. L’appuntamento è per venerdì 9, dalle ore 15, presso l’Hotel Ambasciatori di Rimini (Viale Amerigo Vespucci 22).

Buon congresso a tutti!