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Diritti: la violenza contro le donne si annida ovunque. Necessarie battaglie radicali

“Ci sono ambiti della nostra vita in cui troppo poco si pensa a quanta violenza si può annidare. E a quanto quindi occorra combattere. Per noi e per migliaia di donne”, così in una nota Giulia Crivellini, tesoriera di Radicali Italiani nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

“C’è anche nel nostro Paese la violenza istituzionale contro le sex worker che si esprime attraverso ordinanze comunali e daspo urbani atti a contenere il fenomeno della prostituzione. Le associazioni di sex worker, e noi al loro fianco, chiedono da anni la decriminalizzazione delle loro attività e di eliminare multe e ordinanze che reprimono il lavoro di offerta di prestazioni sessuali, norme che rendono le persone che lavorano in questo settore più precarie, povere, ricattabili e sfruttabili, non potendo esercitare in un contesto di legalità, sicurezza e autodeterminazione.

Amnesty International e tutte le realtà politiche e associative che si occupano di diritti umani raccomandano che le leggi sul lavoro sessuale si concentrino sulla protezione delle persone dallo sfruttamento e dall’abuso, piuttosto che cercare di vietare tutto il lavoro sessuale e penalizzare così le lavoratrici del sesso.

Violenza oggi è anche stigmatizzare la scelta dell’interruzione di gravidanza e renderla un vero e proprio percorso ad ostacoli. Abusando delle zone grigie della legge 194 che permettono una percentuale altissima di obiettori di coscienza in tantissimi ospedali pubblici tale che molte donne devono abortire in altre regioni, delibere regionali che assegnano fondi alle lobby pro-vita e l’istituzione di cimiteri dove i feti vengono sepolti senza il consenso delle donne.

Oggi, più che mai è quindi necessario rilanciare battaglie antiproibizioniste sui corpi: dalle libertà sessuali all’aborto”, conclude.