“Abbiamo parafrasato un vecchio slogan radicale di cinquant’anni fa. Oggi ‘Non più un soldo all’esercito di Putin’ significa affrancarsi definitivamente dal ricatto energetico a cui l’Italia è soggiaciuta per vent’anni, a partire dai governi Berlusconi e dalla gestione dell’ENI di Paolo Scaroni, arrivando a comprare il 40% del gas dalla Russia di Putin”, così Massimiliano Iervolino e Igor Boni, segretario e presidente di Radicali Italiani presentando, insieme a Massimiliano Melley (giornalista, membro Comitato RI) e Giulio Manfredi (Giunta RI), la nuova campagna social “Non più un uomo, non più un soldo per l’esercito di Putin!” presso la sede dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, a Torino.
“Non più un uomo all’esercito di Putin significa incentivare con tutti i mezzi possibili le diserzioni e la non collaborazione dei cittadini russi che sono e saranno chiamati ad arruolarsi per combattere una guerra che non vogliono combattere. Dobbiamo rispondere alle fake news russe con le ‘armi di informazione di massa’, con campagne social in russo ed in inglese.
Ma non basta dire ai russi ‘disertate’: occorre creare qui in Italia le condizioni politiche e giuridiche per permettere a coloro che scappano dalla Russia di essere accolti nel nostro Paese. Ecco, pertanto, l’utilità di un appello al governo italiano, che lanciamo oggi, affinché sia concesso l’asilo politico ai russi che rifiutino di partecipare alla guerra di Putin”, hanno concluso. L’appello si può firmare da oggi, assieme a quello per l’incriminazione di Putin alla Corte Penale Internazionale dell’Aja, sulla home page di Radicali.it. Dopo il dibattito i partecipanti si sono trasferiti in Piazza Castello, sotto la Prefettura, dove hanno steso a terra un’enorme bandiera dell’Ucraina e lo striscione “Putin all’Aja”.