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Energia: Non basta dirsi europeisti bisogna essere federalisti

“Rispetto alla crisi determinata dal caro energia c’è un problema di governance: c’era per la crisi dei debiti sovrani, c’era per la pandemia da Covid 19, c’è per l’attacco energetico di Putin nei confronti del Vecchio Continente. A crisi globali si risponde con governance globali, efficienti e veloci nella risposta. L’Europa intergovernativa è lenta e molte volte inefficace, bisogna cambiare le regole”, così il segretario Massimiliano Iervolino che oggi insieme al presidente Igor Boni ha illustrato in conferenza stampa le proposte di Radicali Italiani per tutelare i cittadini dalla crisi energetica e le mega bollette.


Frima qui l’appello con le nostre proposte


“Bene che Meloni abbia affermato che la questione energetica va risolta a livello europeo. Noi europeisti non possiamo che essere d’accordo però c’è un punto: l’Europa che vuole la prossima presidente del Consiglio – quella delle nazioni, quella del potere di veto ovvero quella sempre più intergovernativa – è troppo lenta per dare risposte rapide ed efficaci. Insomma, non funziona e noi, invece, dobbiamo fare presto.

Basta vedere cosa è successo alla proposta di Draghi e Cingolani per il price cap, su cui si può essere d’accordo o meno: sono dieci mesi che se ne discute in varie sedi europee ma ancora non si è giunti ad una decisione mentre l’industria e i cittadini devono fare fronte ad aumenti spropositati delle bollette.

In questa settimana così importante in cui verranno esposte le misure della Commissione europea contro i rincari, si riunirà il Consiglio europeo per, ci auguriamo, esprimere decisioni comunitarie e nascerà il nuovo governo italiano, abbiamo voluto mettere nero su bianco le nostre proposte sia comunitarie che nazionali per combattere la guerra energetica sferrata da Vladimir Putin. 

Secondo noi è necessario introdurre a livello europeo un tetto al prezzo del gas (price cap) per tutelare alcune categorie sociali – vedi famiglie a basso reddito – e produttive – come le industrie energivore – e ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas dalla Russia al fine di rendere più incisive le sanzioni dovute all’invasione dell’Ucraina; serve poi una nuova Unione europea dell’energia con una vera strategia comune e acquisti comuni obbligatori per garantire sia la sicurezza degli approvvigionamenti a prezzi accessibili che la transizione climatica.

Bisogna approvare un secondo ‘Recovery Fund’ attraverso nuova emissione di debito europeo al fine di contrastare la perdita del potere d’acquisto dei cittadini. Bisogna poi disaccoppiare il prezzo dell’energia per fare in modo di slegare quella prodotta con le fonti rinnovabili dal prezzo del gas; è fondamentale aumentare la produzione di energia elettrica in Italia da fonti rinnovabili con l’obiettivo di raggiungere come minimo il 72% nel 2030 attraverso la semplificazione del processo autorizzativo degli impianti FER (Fonti di Energia Rinnovabile) anche con l’individuazione delle aree idonee.

Infine il provvedimento più efficace nel breve periodo è senz’altro il risparmio energetico riducendo i consumi. A tal proposito serve attuare una campagna incisiva di sensibilizzazione dei cittadini per raggiungere una riduzione del 15%. In particolare devono essere coinvolte tutte le scuole pubbliche di ogni ordine e grado per sensibilizzare milioni di ragazzi che possano diventare così ambasciatori del risparmio energetico. In parallelo occorre attuare con puntualità il piano nazionale di contenimento dei consumi del gas naturale già approvato”, conclude.