Le abbiamo provate tutte, non è bastato.
Radicali Italiani sosterrà la coalizione di centrosinistra, ma senza indicazioni di lista.
Ora priorità alle lotte e alle persone.

È giunto il momento di fare il punto sul nostro cammino elettorale.
È stato un viaggio molto complesso, ma proviamo a mettere in fila i fatti, con il massimo della trasparenza. Ripercorrendo con chiarezza ogni tappa e passaggio che abbiamo percorso, o tentato di percorrere.
Radicali Italiani aveva tre propositi prioritari dal momento della caduta del governo Draghi e dell’indizione delle elezioni anticipate:

  • sostenere la coalizione democratica e progressista, rifuggendo da illusioni centriste
  • garantire a Radicali Italiani l’accesso al 2×1000
  • tenere unita il più possibile l’area radicale, a partire dal movimento guidato da Emma Bonino.

Abbiamo tentato per mesi di dialogare con la Federazione Azione-Più Europa.
Mentre sembrava prendere corpo la formazione di un “fronte repubblicano” contro il “bipopulismo” italiano, il veto, anche soltanto sul piano del confronto, a Radicali Italiani è stato totale, nonostante esistesse la componente comune alla Camera dei deputati.
Abbiamo tentato la strada di un accordo separato dalla federazione, direttamente con Più Europa, sulla base del deposito congiunto del simbolo della federazione, di candidature dei nostri dirigenti, e del nostro supporto in termini di risorse economiche e di contatti.
Una strada perseguita in tutti i modi, per giorni e giorni, che ha portato a una sola risposta: no alla possibilità di deposito congiunto del simbolo.
Ci sono state proposte di volta in volta ipotesi presentateci come “tecniche”, ma le abbiamo ritenute più che incerte al fine di garantire il 2×1000 a favore di Radicali Italiani.
Non in base a valutazioni soggettive, ma in riferimento alla lettura oggettiva delle norme, che indicano in modo chiaro, inequivocabile, il percorso da seguire in materia.
A questo punto, a partire da luglio, abbiamo perseguito e raggiunto un accordo con il Partito Democratico, che ha messo in sicurezza almeno l’accesso al 2×1000.
Nell’accordo erano previste le candidature di due esponenti di Radicali italiani nelle liste del PD. Analogo accordo è stato stipulato con successo tra il PD e gruppi politici anche minori per consenso, attività, sostenitori.
Poi è arrivata la rottura di Carlo Calenda con il Partito Democratico e con Più Europa.
A questo punto il PD, responsabilmente, ha rivolto a Radicali Italiani l’invito di sostenere, all’interno della coalizione progressista, la lista “+Europa con Emma Bonino”, in modo da contribuire al superamento della soglia elettorale utile alla coalizione.
Abbiamo deciso con responsabilità di dare seguito a questa richiesta.
Nell’ultima settimana abbiamo interloquito con i vertici di Più Europa per concordare il modo in cui RI avrebbe potuto sostenere la lista Più Europa.
Pensando all’unità intorno alla figura di Emma Bonino, abbiamo accettato un accordo, sulla base della proposta pervenuta dai vertici di Più Europa: due collegi uninominali contendibili tra quelli resi disponibili dalla coalizione, e uno “difficile”. La proposta ci è arrivata – dopo la nostra richiesta – in forma scritta.
Una volta accettato l’accordo è iniziata una trattativa-non trattativa.
Per una intera settimana non è stato possibile sapere di quanti e quali collegi disponesse Più Europa, nonostante le reiterate richieste dei nostri vertici.
Le proposte finali per i collegi uninominali riservati a Radicali Italiani riguardavano solo collegi di fatto non contendibili, oltre che privi di collegamento con i territori di appartenenza dei candidati più importanti di RI.
La qualità delle postazioni riservate a Radicali Italiani nella lista proporzionale rendevano bene l’idea dello scarso valore attribuito al nostro movimento. Un esempio su tutti: la principale capolistura, offerta al Segretario, nel collegio Abruzzo, territorio con sicura impossibilità di successo.
Abbiano proseguito a cercare il dialogo con Più Europa, benché ogni giorno arrivassero notizie (dalla stampa, mai direttamente) circa il fatto che le principali candidature di Più Europa fossero tutte in collegi dati ampiamente per possibili vincenti.
Nel frattempo leggevamo, sempre da notizie stampa, di ulteriori collegi contendibili attribuiti ad altre cariche di Più Europa.
Abbiamo chiesto, reiteratamente, il rispetto della loro stesse proposte.
Non c’è stato nulla da fare.
𝐈𝐧 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐏𝐢𝐮̀ 𝐄𝐮𝐫𝐨𝐩𝐚 𝐡𝐚 𝐯𝐚𝐥𝐮𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐜𝐚𝐧𝐝𝐢𝐝𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐥𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐏𝐚𝐫𝐭𝐢𝐭𝐨 𝐃𝐞𝐦𝐨𝐜𝐫𝐚𝐭𝐢𝐜𝐨, 𝐦𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐧𝐞𝐜𝐞𝐬𝐬𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐢𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐚𝐩𝐩𝐨𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐞𝐥𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐚𝐥𝐞.
Ne abbiamo preso atto.
Pertanto siamo giunti a questa conclusione: in questa campagna elettorale continueremo a portare avanti le nostre proposte radicali, le nostre campagne, i nostri eventi a favore della coalizione di centrosinistra, ma senza indicazione di voto di lista, lasciando a ciascun dirigente e iscritto la possibilità di candidarsi per qualsiasi lista di centrosinistra.
Le battaglie radicali sono di tutti coloro che le fanno proprie, e per vincerle serve unire e non dividere.
Come è successo in questi anni, Radicali Italiani cercherà di portarle avanti insieme a tutta l’area radicale, ma anche alle tante altre realtà presenti nella società civile, disposte a lottare con noi sui temi che riteniamo centrali per l’ampliamento delle libertà e per il rafforzamento della democrazia nel nostro Paese.
Senza settarismi, rancori, senza sudditanza verso nessuno.
Non è tempo di arrendersi, ma di lottare ancora e più di prima.
Saremo in campagna elettorale, accanto a chiunque sostenga le nostre lotte, le nostre istanze.
Senza risparmio di energie, senza guardare alle bandiere.
Con la passione, l’entusiasmo, la capacità di lotta di sempre.
Da radicali.