articolo di Federico Tantillo, editore Reality Book – Cooper, pubblicato su Il Domani il 28 lulglio 2022
Il Parlamento approva l’emendamento del deputato radicale Riccardo Magi: diventa possibile sottoscrivere digitalmente i quesiti referendari sotto raccolta firme (eutanasia, giustizia, caccia). Il 13 agosto l’opportunità creata da Magi diviene operativa. In pochi giorni vengono raccolte oltre 500 mila firme per il referendum sulla legalizzazione della cannabis, che si aggiunge alle altre iniziative.
Un risultato epocale, non adeguatamente valorizzato dai partiti, né dai media. Ovvio: sono la classe politica e il sistema mediatico che da decenni ostacolano lo sviluppo della democrazia in Italia.
Il merito va ascritto a protagonisti politici cresciuti alla scuola di Marco Pannella. Mario Staderini, Marco Cappato e l’Associazione Luca Coscioni, Massimiliano Iervolino (segretario di Radicali Italiani, che scrive l’emendamento con cui si riesce a guadagnare un mese per la raccolta firme), Riccardo Magi.
A distanza di un anno (nel frattempo i referendum sono stati affondati dalla Consulta e dal mancato quorum) un nuovo passaggio mette a rischio il funzionamento della nostra democrazia: la surreale crisi di governo causata dalla scelta di M5S, Lega e Forza Italia di far cadere il governo Draghi ha costretto il Presidente della Repubblica a indire elezioni in tempi brevi, in piena estate. Le regole per la partecipazione alla competizione elettorale rendono impossibile l’accesso a formazioni politiche che non abbiano già rappresentanza parlamentare.
Ancora una volta sono i Radicali a segnalare la strettoia democratica.
Dov’è la sostanza politica di queste lotte?
Innanzitutto va sottolineata la natura transnazionale dell’azione, il cui fondamento giuridico è radicato presso l’Onu: il Comitato Diritti Umani ha condannato tre anni fa l’Italia per le “irragionevoli restrizioni” poste alla possibilità di promuovere referendum, a partire dall’azione di Mario Staderini e Michele De Lucia (già segretario e tesoriere di Radicali Italiani).
Il rapporto dei Radicali col diritto internazionale è antico. Il momento che segna la svolta delle lotte radicali è l’appello ai Premi Nobel di inizio anni Ottanta, che denuncia lo sterminio per fame e sete nel mondo. Una battaglia storica: l’appello viene sottoscritto da oltre un centinaio di premi Nobel, da autorità religiose, politiche, intellettuali di ogni parte del pianeta. E fa “innamorare” di Pannella perfino Karol Wojtyla.
La capacità dei Radicali di dare portata internazionale alle proprie lotte è una caratteristica unica nel panorama politico italiano, e mondiale: il PR è stato il primo e unico partito politico ad avere rappresentanza all’Onu.
La storia radicale è storia di lotte condotte sempre nel nome del diritto, e in particolare è segnata dalla costante capacità di utilizzare in modo innovativo le leve del diritto internazionale.
Oggi è chiaro a tutti che la battaglia è quella per impedire che l’Italia finisca per esser governata da forze sovraniste, legate in modo più o meno diretto al regime di Putin che, invadendo l’Ucraina ha sferrato un attacco all’equilibrio europeo, mettendo a rischio il processo di integrazione accelerato dalla tragedia Covid.
Solo i Radicali sono in grado di indicare, anche in una fase drammatica come quella attuale, i punti critici del meccanismo che regola la vita della democrazia.
Marco Cappato ha denunciato prontamente la limitazione dell’accesso al momento elettorale, col supporto del lavoro incardinato da Staderini all’Onu.
+Europa ha scelto di creare un asse elettorale con Azione.
Radicali Italiani sta interloquendo con tutte le forze progressiste a 360°: dalla difesa della concreta possibilità per ogni donna di accedere all’ interruzione di gravidanza, all’ambiente e alla necessità di un vero piano energetico alternativo alla dipendenza dal gas russo, dallo sfacelo della giustizia e delle carceri al disfunzionamento della democrazia, dalla lotta per una nuova legge che superi la criminale Bossi-Fini fino alla incessante denuncia del regime putiniano, autentica mina innescata nel corpo dell’Europa.
Riproponendo in chiave attualizzata l’agire a tutto tondo che per decenni ha contraddistinto le lotte portate avanti da Marco Pannella.
“L’unico vero crimine è stare con le mani in mano”, ripeteva Pannella. I Radicali lo hanno capito, e sanno mettere in pratica ancor meglio il senso di quel motto. Che ha segnato generazioni di donne e uomini liberi, che hanno messo al centro della propria esistenza il desiderio di non stare con le mani in mano.