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Ucraina: bene iniziative europee sui crimini di guerra ma bisogna portare Putin all’Aja

“Crimini di guerra: bene le iniziative europee ma bisogna portare Putin davanti alla giustizia internazionale”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.

“Riteniamo degne di nota le parole del commissario europeo alla Giustizia Didier Reynders, dette alla stampa ai margini del Consiglio d’Europa appena concluso a Torino. Reynders ha illustrato il grande lavoro in atto a livello giudiziario: diecimila fascicoli già aperti sui crimini compiuti dai russi in Ucraina, con oltre 600 indagati già individuati; incessante raccolta delle prove e delle testimonianze non solo in Ucraina ma in 11 Stati europei che hanno accolto rifugiati; Eurojust come hub centrale per la conservazione, archiviazione e analisi delle prove; massima attenzione alla produzione di prove certe e inoppugnabili; Proposta di legge a livello europeo per arrivare alla confisca dei beni degli oligarchi russi sottoposti a sanzioni (10 miliardi di euro) e creazione di un fondo per le vittime ucraine.

Ci permettiamo solo di aggiungere alla lista delle cose da fare: incriminazione di Vladimir Putin alla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Putin è il primo anello della catena di comando russa che arriva fino alle esecuzioni sommarie di civili a Bucha documentate ieri dal New York Times.

Trent’anni fa Slobodan Milosevic non uccise nessun cittadino croato, bosniaco o kosovaro ma fu incriminato per avere dato inizio a quella catena di comando che produsse alla fine Srebrenica. Rilanciamo da Firenze, dalla ‘scuola radicale’ che prepara i giovani radicali, il nostro appello “Putin all’Aja”, che si può firmare (tradotto in otto lingue tra cui russo e ucraino) su Radicali.it”, concludono.