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Mozione generale del XX Congresso di Radicali Italiani

Mozione generale a prima firma Iervolino approvata con 101 voti favorevoli, 14 contrari e 31 astenuti.

Il XX Congresso di Radicali Italiani, tenutosi a Roma dal 25 al 27 febbraio 2022, udite le relazioni di Segretario e Tesoriera, le approva.

Il Congresso ringrazia i 649 iscritti, le 18.731 persone che hanno scelto Radicali italiani nella propria dichiarazione dei redditi e tutti i sostenitori che hanno consentito il raggiungimento di un autofinanziamento di oltre 458 mila euro, rendendo così sostenibili le iniziative politiche di quest’anno.

Il Congresso sgomento per la svolta che il dittatore Vladimir Putin ha impresso alla guerra con l’invasione e il bombardamento di molte città dell’Ucraina; una guerra che ha cominciato 8 anni fa con l’annessione militare della Crimea e l’occupazione con paramilitari di parte del Donbass; dopo oltre 20 anni di analisi e iniziative radicali puntuali, politiche e informative, sul regime instaurato al Cremlino; impegna i militanti, i dirigenti e ogni iscritto a imbastire una serie di campagne volte a isolare la testa del regime putiniano e provare a dare una chance vitale di libertà e democrazia tanto alla popolazione ucraina quanto a quella russa attraverso:

– l’incriminazione internazionale di Vladimir Putin per crimini di guerra e contro l’umanità con un appello da lanciare e sul quale raccogliere adesioni tra cittadini e personalità;

– l’immediata apertura dei negoziati per l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea;

– il riconoscimento da parte dell’Italia dell’Holodomor come genocidio; 

– ogni misura sanzionatoria sul piano economico-finanziario e politico, nonché di esclusione da organismi internazionali, anche sportivi e culturali, sostenendo il Governo italiano nelle scelte attuate con gli altri governi europei in merito al blocco dello Swift.

Il Congresso ringrazia l’impegno e la lotta per la democrazia e la libertà dell’Ucraina del compagno radicale Oles Horodetskyy e degli altri amici della comunità ucraina.

Il Congresso, di fronte all’instabilità sistemica di un mondo multipolare, per difendere il proprio modello sociale, economico e democratico, ritiene che l’Unione europea debba dotarsi il prima possibile di politiche energetiche, estere, militari e industriali comuni; valuta come tutto ciò sia divenuto urgente, chiaro e imprescindibile per liberare il più possibile i paesi europei dalla dipendenza nei confronti di altre superpotenze di cui spesso, oltretutto, contestiamo le politiche sia esterne che interne per ciò che concerne i diritti; segnala come lo sviluppo di politiche autonome europee debba andare di pari passi al rafforzamento democratico in senso federale delle sue istituzioni, anche di quelle economiche, rendendo permanente il sistema di indebitamento comune e superando definitivamente la logica dell’austerità di bilancio.

Il Congresso sottolinea nuovamente come Radicali italiani non voglia essere né generalista né tanto meno meramente elettoralistico, ma neppure promotore di single issues slegate da una comune visione politica; per questo ritienefondamentale ogni anno interrogarsi su quale siano le grandi questioni sociali del proprio tempo e dunque quale ruolo possa assumere il Movimento, a partire dal contesto italiano.

Il Congresso evidenzia come le principali urgenze poste da Radicali italiani siano intimamente legate tra loro. Collegata è infatti l’urgenza di un ecologismo maturo per una transizione ecologica sostenibile con la difesa dello stato di diritto e con la riforma democratica delle nostre istituzioni in crisi. Così come collegata è la qualità della nostra democrazia con la capacità di rispondere alle nuove domande di qualità della vita e diritti che le donne e gli uomini di questo paese sentono molto più delle nostra attuale classe dirigente. Rendere inscindibili queste urgenze è il portato di una storia cinquantenne che tiene insieme la lotta nonviolenta per la democrazia, i diritti e le libertà dell’individuo, all’interno di un sistema di convivenza civile, ecologico e laico garantito dalla difesa dello Stato di diritto sempre e comunque, anche durante i periodi di emergenza sociale, ambientale e sanitaria e nelle sfide imposte dalla continua rivoluzione tecnologica.

Il Congresso segnala che quanto sta accadendo in Ucraina dimostra come i temi ambientali ed energetici siano il centro del problema: da una parte il surriscaldamento globale, dall’altra l’approvvigionamento energetico; sottolinea come l’Europa abbia l’indiscutibile merito di aver finanziato i vari PNRR nazionali, e quindi la transizione ecologica degli Stati membri, fissando finanche gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e al 2050, tuttavia ha il demerito di non aver mai predisposto un piano energetico europeo; ribadisce le difficoltà dell’Italia che, tra tutti gli Stati membri, è quello messo peggio in quanto quasi totalmente dipendente dal gas russo, giacché in tutti questi anni nessun Governo è stato in grado di approvare e mettere a terra un piano energetico nazionale, come peraltro richiesto dai Radicali fin dagli anni ‘70, quindi evidenzia come, al fine di raggiungere una maggiore autosufficienza energetica, il nostro Paese debba a tutti i costi attuare quanto scritto nel PNRR: installare entro il 2030 70 GW di potenza da rinnovabili, una sfida insieme a quella dell’abbattimento del debito ambientale che da decenni attanaglia l’Italia; per fare questo ritiene utile il tentativo di unire il mondo ambientalista attraverso chiare e forti campagne capaci di creare reti intorno a obiettivi, “alla radicale” nel metodo, come ha ricordato Francesco Rutelli durante convention Radicale “Hic et Nunc”; fa presente come il rispetto degli accordi di Parigi rappresenti una prepotente urgenza, tuttavia segnala che per raggiungere la neutralità carbonica ci sia bisogno della ricerca scientifica, poiché a tecnologie invariate difficilmente riusciremo a contenere l’innalzamento delle temperatura entro l’1.5 gradi, per questo bisogna prevedere enormi finanziamenti pubblici e privati a favore di nuovi accumulatori, del nucleare di quarta generazione e della fusione nucleare; infine ribadisce come la più grossa difficoltà nella lotta ai cambiamenti climatici derivi da un mondo sostanzialmente diviso in tre: paesi sviluppati, paesi in via di sviluppo e paesi poveri, a cui si aggiunge il grave ostacolo rappresentato dall’aumento demografico sempre crescente (da 4 miliardi nel 1974 agli 8 di oggi).  

Il Congresso ribadisce come il principale strumento di iniziativa politica dei Radicali in Italia per mezzo secolo sia stato quello referendario che, seppur ostacolato innumerevoli volte dal Parlamento, dalla giurisprudenza della Corte costituzionale e infine dal sistema radiotelevisivo, ha determinato alcune tra le principali occasioni di dibattito aperto e civile di questo Paese, nonché la capacità del movimento Radicale di incidere sull’agenda setting del dibattito pubblico; sottolinea come quanto denunciato nella Mozione Generale dello scorso anno circa l’impossibilità negli ultimi decenni per i movimenti autonomi da grandi strutture politiche e sindacali di presentare quesiti referendari a causa in particolare delle norme che riguardano la raccolta firme, sia stato al centro dell’iniziativa politica di quest’anno, promuovendo dopo più di 16 anni – insieme all’Associazione Luca Coscioni, Meglio Legale, +Europa e tante altre formazioni civili e politiche – quesiti referendari su due battaglie storiche radicali per i diritti individuali: quella per l’eutanasia legale e quella per la legalizzazione della coltivazione di cannabis, rese possibili anche dal successo delle battaglie di Mario Staderini in sede ONU e di Riccardo Magi in Parlamento che hanno condotto alla fondamentale riforma a favore della firma digitale per i referendum e per le iniziative popolari, ringrazia Barbara Bonvicini per aver coordinato la campagna “eutanasia legale”;

Il Congresso ritiene che la scelta del presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato di illustrare in una irrituale, per metodo e merito, conferenza stampa i motivi della bocciatura da parte della Corte dei referendum su eutanasia e cannabis – quelli a cui due milioni di persone, uomini e donne e giovani consapevoli, avevano creduto – evidenzi la necessità per la democrazia e lo Stato di diritto di riportare la Corte costituzionale nell’alveo del rispetto dell’art. 75 della Costituzione senza straripamenti e senza entrare abusivamente nel merito e nella legge di risulta. 

Il Congresso sottolinea come il pieno sostegno ai referendum sia stata la nostra risposta politica alla crisi istituzionale del paese: attraverso l’attivazione degli strumenti popolari previsti in Costituzione si è tentato di risanare la grossa ferita che esiste tra i cittadini e le istituzioni. Le ultime elezioni amministrative infatti hanno confermato come l’astensionismo rappresenti oggi il primo partito italiano, mentre il taglio dei parlamentari e la soglia di sbarramento riducono le possibilità di elezione dei movimenti più piccoli. Per questo, il Congresso reputa urgente continuare nello storico tentativo radicale di aprire la politica e dunque la democrazia italiana a tutte le altre forme di partecipazione: dare più servizi, spazi pubblici, informazione e accesso al 2xmille a una pluralità di soggetti non legati a logiche esclusivamente elettorali può contribuire ad avvicinare i cittadini alla democrazia e a offrire un ventaglio più ampio di possibilità a chi vuole attivarsi con passione per l’impegno civile. Inoltre, l’adesione ai criteri di trasparenza e democrazia previsti già oggi per entrare a far parte del registro dei partiti avrebbe un effetto positivo anche sui nuovi movimenti politici che decideranno di accedervi.

Il Congresso segnala come, a trent’anni da Tangentopoli, la vicenda del Quirinale con i suoi strascichi sia in realtà l’ultimo prodotto di una decomposizione del sistema parlamentare che ha determinato in dieci anni l’avvento a Palazzo Chigi di due tecnici, Mario Monti nel 2011 e Mario Draghi nel 2021, chiamati, per competenza tecnica e indiscusso prestigio personale, a riparare in fretta e furia la macchina dello Stato; sottolinea come le emergenze così affrontate denotano l’assoluta incapacità della politica italiana di ridarsi un ordine sistemico razionale, crisi resa ancora più grave dal funzionamento anomalo del Parlamento che è sempre di più proiettato verso un monocameralismo di fatto: considerando le ultime tre legislature, il Governo Draghi figura al primo posto sia per numero di decreti legge emanati sia per questioni di fiducia poste in media ogni mese; considera la saturazione delle agende di Camera e Senato e la loro incapacità di entrare nel merito delle questioni una diretta conseguenza di questo sovraccarico di decreti legge da convertire, rendendo evidente come il ruolo del Parlamento sia sempre più messo a rischio e la funzione dei parlamentari in totale ombra; ritiene che a questa estrema debolezza delle istituzioni si aggiunge quella dei partiti che, non contenti di aver già eliminato la possibilità per i cittadini di scegliere direttamente chi far andare in Parlamento attraverso le liste bloccate, ora attraverso il ritorno al proporzionale vorrebbero togliere agli italiani anche la semplice indicazione di chi dovrebbe governare il giorno dopo la chiusura delle urne; ribadisce come il terremoto giudiziario del ‘92/’93 abbia spazzato via i grandi partiti di massa lasciando un grande vuoto, tuttavia non v’è stata la capacità di prevedere un assetto istituzionale idoneo a compensarne la scomparsa, così come invece prevedeva la battaglia Radicale degli anni ‘90 “la rivoluzione americana delle istituzioni” che esprimeva la volontà di trasformare l’Italia in una democrazia maggioritaria non solo con una legge elettorale adeguata ma anche, come allora si ipotizzava e si sperava, con una riforma costituzionale in grado di dare stabilità e durata ai governi.

Il Congresso denuncia come in Italia l’accesso alle pratiche abortive sia molto spesso ostacolato da diverse forme di violenza che si manifestano in ogni fase del percorso verso l’interruzione di gravidanza a causa dello stigma che circonda i corpi delle donne e la loro piena autogestione. La campagna “Libera di Abortire”, promossa da Radicali italiani e da numerose associazioni e movimenti aderenti, ha condotto azioni di diffusione di informazioni laiche, scientifiche e corrette tramite il vademecum “Libera di Sapere”, per garantire alle donne piena consapevolezza degli step necessari per poter abortire – informazioni negate dalle Istituzioni titolari delle competenze in materia – e di cosa non è lecito subiscano durante il proprio percorso. Il congresso sostiene e ringrazia Francesca Tolino, Simone Sapienza, Giulia Crivellini e Francesco Mingiardi per aver portato avanti, come ricorrenti e come avvocati, l’azione popolare in campo civile contro l’azienda ospedaliera San Giovanni, AMA e ASL Roma 1 per denunciare le prassi indebite che hanno portato alla creazione di una autentica fossa comune dei feti al Cimitero Flaminio di Roma e per portare avanti un lavoro di pressione istituzionale sulla Giunta comunale al fine di raggiungere un nuovo regolamento che dia indicazioni chiare sulla sepoltura del materiale biologico dei feti. Il Congresso sottolinea come, a 44 anni dalla legge 194/1978, le critiche mosse dal Partito Radicale e dal Movimento di Liberazione della Donna al testo di legge che introduceva la non punibilità delle interruzioni volontarie di gravidanza siano ancora drammaticamente attuali e quindi necessariamente accolte dalla campagna “Libera di abortire”: non garantendo un diritto all’aborto effettivo ma al contrario mantenendo come principio cardine il divieto di abortire, la legge 194, pur combattendo l’aborto clandestino, ha condizionato le vite e la libertà di scelta delle cittadine italiane, negando piena responsabilità e autonomia. 

Il Congresso sottolinea l’importanza del lavoro svolto nell’ambito della campagna Ero straniero in merito alla regolarizzazione di lavoratori e lavoratrici senza documenti, misura proposta per la prima volta dalla campagna e poi adottata dal Governo nel maggio 2020. Da allora, attraverso un monitoraggio costante dell’attuazione della misura, Radicali italiani e le altre organizzazioni hanno denunciato l’estrema lentezza nell’esame delle pratiche, con tutte le conseguenze negative sulla vita di persone in attesa, e contribuito, attraverso un emendamento alla manovra 2021, a fare in modo che si arrivi quanto prima a completare la procedura. Allo stesso tempo, è necessario impegnarsi nei prossimi mesi affinché si arrivi finalmente alla discussione della proposta di legge di iniziativa popolare, ferma in Commissione Affari costituzionali alla Camera.

Il Congresso ribadisce come per Radicali italiani le elezioni siano solo uno degli strumenti politici a disposizione. Ringrazia le associazioni locali impegnate in quest’anno politico nelle elezioni amministrative di Milano, Torino e Roma, impegno condiviso da Radicali italiani ed espresso in forme e modalità differenti, direttamente legate alle situazioni ed interlocuzioni che ogni associazione ha avuto, ma tenute insieme dall’elaborazione politica del “Manifesto delle città democratiche e antiproibizioniste”, espressione delle priorità programmatica di ciascuna candidatura. Dopo le elezioni gli obiettivi di quel manifesto, cioè il ruolo delle città – sulle quali pesano gli oneri maggiori delle fallimentari politiche proibizioniste – nel contrasto alle mafie, nel valorizzare l’economia della notte implementando le “best practice” sperimentate in altre città europee, come l’istituzione del sindaco e il consiglio della notte, nel riattivare politiche di riduzione del danno disegnando nuovi servizi alla persona, proseguono con le campagne di pressione sulle giunte e sui consigli comunale, nella convinzione che ciò significherebbe creare nuovo sviluppo economico, tutelare la salute di tutti i cittadini e liberare i quartieri dalla morsa della criminalità.

Il Congresso augura a Silvio Viale il più grande in bocca al lupo per il suo incarico da Consigliere comunale a Torino. Ringrazia il lavoro straordinario portato avanti nelle istituzioni da Michele Usuelli in Regione Lombardia, Alessandro Capriccioli in Regione Lazio, Riccardo Magi alla Camera dei deputati e da Emma Bonino al Senato della Repubblica i quali, seppur spesso in minoranza nel portare avanti buona parte delle proprie iniziative legislative, hanno avuto la capacità di convincere e tessere rapporti ottenendo così risultati straordinari all’interno delle istituzioni. 

Il Congresso nel riconoscere il valore della vaccinazione come principale strumento di lotta alla pandemia da Sars-Cov-2, ritiene che sia necessario ogni sforzo possibile per rendere i vaccini disponibili a tutti gli abitanti del pianeta, non soltanto per garantire pari diritti e dignità a ogni essere umano ma anche per contenere lo sviluppo di nuove varianti che potrebbero, com’è già accaduto, ostacolare e rallentare l’uscita dall’emergenza sanitaria.

Rileva la mancata applicazione di quanto previsto nel Piano Pandemico nazionale e la necessità di aggiornare il piano stesso – vecchio di 15 anni – anche facendo tesoro degli errori e dell’esperienza di questi mesi, per prepararsi a futuri eventi analoghi.

Rileva altresì che la pandemia, periodo in cui la disinformazione ha giocato un ruolo determinante sui comportamenti delle persone, possa essere un’occasione da cogliere per affermare una volta per tutte la cultura della trasparenza: la diffusione pubblica di dati completi e disaggregati rappresenta l’unico argine credibile e realmente democratico a complottismi, negazionismi e strumentalizzazioni. 

Il Congresso, pur riconoscendo l’opportunità dello stato di emergenza nelle fasi più critiche vissute dal nostro Paese negli ultimi due anni, sottolinea che l’emergenza non può e non deve diventare la norma; per questo saluta la decisione del Governo di sospendere lo stato di emergenza in presenza di una netta riduzione dei contagi, auspica l’eliminazione delle attuali restrizioni e ribadisce che lo Stato di diritto e le prerogative democratiche debbono essere rispettati anche durante le fasi emergenziali, nella tutela della salute e della sicurezza pubblica.

Riafferma inoltre la primazia delle democrazie sui regimi che proprio in questi due anni hanno mostrato la propria pervasività nelle vite e nei diritti dei cittadini. L’esempio della Cina, che ha colpevolmente negato la pandemia nelle sue fasi iniziali nascondendo alla comunità internazionale informazioni che in quel momento sarebbero state di vitale importanza, e che ancora oggi non fornisce dati credibili su contagi e decessi, conferma che la mancanza di libertà non può che rendere ancora peggiore qualsiasi crisi.

Ribadisce infine la denuncia di parte importante dell’informazione italiana, che in due anni ha prodotto soprattutto confusione e paura, mettendo in secondo piano molte importanti questioni soltanto perché non legate alla pandemia.

Il Congresso impegna pertanto gli organi dirigenti a:

  • ricercare ogni possibile collaborazione con le forze ecologiste e liberali per portare avanti, entro la fine dell’anno, una serie di iniziative popolari attraverso gli strumenti previsti dalla Costituzione, che vadano nella direzione tracciata dalla convention “Hic et nunc”,  a partire da temi importanti come i sussidi ambientalmente dannosi, gli allevamenti intensivi, la legge sul clima e quella sul suolo;
  • individuare iniziative e lotte a favore dell’eutanasia legale e della legalizzazione della cannabis – a partire dal sostegno alla lotta parlamentare sul testo di legge sul fine vita e sulla coltivazione domestica – chiedendo alle associazioni promotrici dei referendum il pieno coinvolgimento a fronte della nostra completa disponibilità;
  • appoggiare i 5 quesiti referendari sulla giustizia attraverso la costituzione, insieme ad altri, di un comitato per i Sì;
  • portare avanti in collaborazione con i parlamentari radicali gli obiettivi sintetizzati nella campagna “Anche questa è politica” che punta a dare accesso al 2xmille ai movimenti democratici senza rappresentanza parlamentare e a garantire tempi certi di discussione per le leggi d’iniziativa popolare, oggi puntualmente ignorate dal nostro Parlamento, attraverso la modifica della legge sui partiti e la modifica del regolamento delle Camere, al fine di continuare – dopo la riforma della firma digitale per referendum ed iniziative popolari a partire dal dibattito in corso sul regolamento delle Camere – nel tentativo di liberare la politica e aprire la democrazia a iniziative diverse da quella elettorale;
  • predisporre un gruppo di lavoro, con personalità interne ed esterne a Radicali italiani, al fine di predisporre una proposta di legge maggioritaria uninominale per arrivare a una campagna a favore della riforma elettorale Radicale;
  • proseguire nel promuovere la campagna “Libera di Abortire” indagando tutte le strade possibili per dare piena concretezza alle 7 proposte presentate al Ministero della Salute con lo scopo di risolvere nell’immediato gli aspetti più emergenziali dell’accesso all’aborto nell’attesa della rivoluzione dei diritti che vogliamo. Rilanciare mobilitazioni e azioni di diffusione delle informazioni concernenti l’accesso all’aborto, la legge 194 e le strade percorribili dalle donne per denunciare violazioni di un proprio diritto, estendendo l’iniziativa sul cimitero Flaminio di Roma in altre città d’Italia, valutando la possibilità di attivare servizi in grado di affiancare le donne nelle prassi giuridiche di denuncia e processo; ampliare la rete di associazioni, movimenti e partiti che già hanno aderito alla campagna “Libera di Abortire” e ad avviare in continua consultazione con loro uno studio approfondito delle prospettive giuridico-legislative del diritto dall’aborto in Italia;
  • a istituire una commissione permanente che avvii una riflessione sul tema della nostra forma-partito per arrivare al prossimo Congresso con una proposta di riforma complessiva dello Statuto;
  • definire un percorso insieme agli eletti per concordare modalità di collaborazione basata su iniziative comuni con +Europa finalizzate a rafforzare una presenza riformatrice, laica, referendaria antiprobizionista anche in vista delle elezioni politiche portando tutte le questioni democratiche, sociali ed ecologiste qui descritte, auspicando il coinvolgimento a tutte le forze politiche e civili che le condividono;
  • Attivare iniziative volte a favorire l’avvicinamento dei giovani a Radicali Italiani, con particolare riferimento alla ripetizione della Scuola di Formazione politica già svolta in passato, dopo aver valutato gli opportuni adattamenti alla luce dell’esperienza pregressa.

In quest’ottica, nel confermare la quota associativa minima annua di 200 euro e di 50 euro per gli under 28, il Congresso rilancia da subito la campagna di iscrizioni per il 2022 e le azioni di promozione e valorizzazione della scelta del 2×1000.