Referendum: con firma digitale diritto previsto dalla costituzione è realtà

“La seconda scheda, quella referendaria, è stata scippata da decenni dalla partitocrazia e solo noi Radicali lo abbiamo denunciato”, lo afferma in una nota Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani.

“Da diversi giorni”, continua, “sui giornali italiani compaiono numerosi articoli firmati da costituzionalisti, giuristi e politici italiani che, chi più chi meno, suggeriscono dei correttivi legislativi utili a limitare l’accesso al referendum, reso finalmente uno strumento accessibile a tutti con l’entrata in vigore della norma che permette agli italiani di sottoscrivere i referendum con la firma digitale.

Peccato che coloro che protestano oggi non abbiano mai detto una parola quando come Radicali per decenni abbiamo denunciato- nelle sedi istituzionali, nei tribunali nazionali e sovranazionali – lo scippo da parte della partitocrazia della seconda scheda elettorale, visto che le regole di accesso ai referendum erano così stringenti che, ad un certo punto della storia del nostro Paese, solo grandi partiti e sindacati nazionali potevano avere la forza di raccogliere le 500.000 firme necessarie a indire una consultazione referendaria.

Con le nostre azioni abbiamo reso reale un diritto previsto dalla Costituzione, questo non è populismo ma amore per lo stato di diritto. Un grazie a Mario Staderini e Michele De Lucia, già segretario e tesoriere di Radicali italiani, che attraverso la loro denuncia e vittoria all’Onu hanno reso l’accessibilità al referendum un diritto e non un privilegio”, conclude.