“Si avvicinano due appuntamenti importanti a cui saremo presenti come Libera di Abortire per ribadire il diritto delle donne a scegliere per se stesse e ad essere informate nel giusto modo.
Domenica saremo al fianco delle donne sammarinesi per il referendum e martedì, nella giornata internazionale per l’aborto sicuro, distribuiremo il nostro vademecum ‘Libera di Sapere’ in varie città italiane”, lo dichiarano in una nota le promotrici della campagna Giulia Crivellini, avvocata e tesoriera di Radicali Italiani e Vittoria Loffi, membro del comitato nazionale di Radicali Italiani.
Domenica a San Marino si vota il referendum che mira alla depenalizzazione dell’aborto, oggi ancora illegale in qualunque circostanza e punito fino a sei mesi di carcere.
Abbiamo sostenuto con ogni mezzo possibile la campagna per il si e aspetteremo il risultato proprio a San Marino assieme all’Unione delle donne sammarinesi che tanto ha lavorato per riuscire a garantire la primazia dei diritti riproduttivi delle sue concittadine.
Le donne di San Marino non sono libere di scegliere dal 1865 e ci auguriamo che domenica venga messa la parola ‘fine’ al ricatto penale che viene pagato solo ed esclusivamente sulla loro pelle.
Martedì per la Giornata Internazionale dell’aborto sicuro ci mobiliteremo su scala nazionale per distribuire il vademecum informativo ‘Libera di sapere’ con tutte le informazioni necessarie per le donne che decidono di interrompere una gravidanza.
Il nostro vademecum parla di procedure, modalità, ma soprattutto di diritti: le donne devono essere informate anche rispetto a cosa non è lecito subire e quali possono definirsi comportamenti illegali da parte del personale sanitario e non.
Aborto sicuro significa informazione puntuale, laica e scientifica che nel nostro Paese continua ad essere negata soprattutto ai giovani e alle giovani.
Proprio per questo distribuiremo il ‘Libera di sapere’ davanti a scuole e università di Roma, Bologna, Milano, Pescara, Palermo, Taranto, Cremona, Teramo, Perugia, Macerata e altre città ancora, per protestare contro le gravi mancanze delle istituzioni e l’immobilismo politico di fronte alla necessità di progetti continuativi di informazione su sessualità e affettività”, concludono.