Si è concluso oggi il Comitato nazionale di Radicali Italiani che con la redazione della mozione generale, approvata a grande maggioranza (30 voti favorevoli, 1 contrario e 1 astenuto), ha messo in fila i successi ottenuti fino ad oggi e le battaglie per il futuro.
“Il Comitato nazionale prende atto e rivendica con grande soddisfazione l’andamento eccezionale di raccolta firme sul referendum per legalizzare l’eutanasia lanciato dall’Associazione Luca Coscioni e ringrazia l’impegno militante delle associazioni radicali e dei singoli iscritti che stanno contribuendo in modo straordinario al raggiungimento di un risultato storico”, si legge nel documento a firma Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.
“Il Comitato invita organi dirigenti e iscritti a dare massima priorità a questa battaglia con l’obiettivo di valicare di slancio il traguardo di 1 milione di firme per dare peso e forza a questa spinta di cambiamento che ha pervaso l’intero Paese in modo trasversale e che coinvolge in modo particolare i cittadini più giovani”.
Fondamentale per questo obiettivo lo strumento della firma elettronica “ottenuta grazie alla caparbietà di Marco Gentili, co-Presidente dell’Associazione Luca Coscioni, al lavoro parlamentare del deputato radicale Riccardo Magi e al caso Staderini-De Lucia, con il quale il Comitato per i diritti umani in sede ONU ha certificato l’esistenza di irragionevoli ostacoli all’esercizio dei diritti civili e politici dei cittadini e delle cittadine in Italia ricordando che la firma elettronica è parte qualificante della proposta di legge ‘Più democrazia’ elaborata è presentata da Radicali Italiani negli anni passati”.
Il Comitato rilancia poi la mobilitazione che dal 5 al 20 settembre vedrà numerosi esponenti di Radicali Italiani entrare negli istituti penitenziari di Pavia, Cremona, Perugia, Rieti, Ravenna, Prato, Cuneo, Fossano, Milano, Arezzo, Brescia, Rimini e Torino per permettere ai detenuti di firmare il referendum e altresì rilancia la campagna Libera di Abortire che ha al suo centro la difesa e il miglioramento della legge 194 in materia di interruzione volontaria di gravidanza. La campagna ha già raccolto 25 mila firme per l’appello che contiene sette proposte concrete al ministro Speranza.
Sul fronte ambientale il Comitato reputa “la transizione ecologica un’opportunità unica per il nostro Paese per ripianare l’enorme debito ambientale dovuto a problemi mai risolti: dissesto idrogeologico, gestione dei rifiuti, bonifiche e trattamento delle acque reflue; questioni che come denunciato negli anni da Radicali italiani costano agli ignari cittadini italiani milioni e milioni di euro per condanne della Corte di giustizia europea e della Corte europea dei diritti dell’uomo”.
Individua nel PNRR l’acceleratore di un processo dinamico che si evolverà nel tempo anche grazie alle tecnologie future e pertanto “dà mandato agli organi dirigenti di promuovere una grande campagna di informazione e di dibattito, pubblico e istituzionale, sulle proposte di Radicali italiani in materia ambientale e di convocare una convention – aperta a esperti, forze politiche e movimenti – da tenersi per dicembre 2021 quale primo appuntamento per discutere sia delle iniziative da mettere in campo per contrastare il riscaldamento globale sia per avviare un percorso utile a federare le realtà che si ispirano alle migliori esperienze dell’ecologismo europeo”.
Un altro successo conseguito è stato determinato dalla recente “sentenza – attivata grazie al ricorso ideato e promosso nel 2013 da Mario Staderini, all’epoca segretario di Radicali italiani e da Marco Pannella a nome dell’Associazione Lista Pannella, assistiti dal Prof. Antonio Bultrini – con la quale la Corte europea di Strasburgo ha accertato una violazione dell’articolo 13 della CEDU per l’assenza di un ricorso interno effettivo a fronte dell’inerzia della Commissione parlamentare di vigilanza sul sistema radiotelevisivo italiano.
Si tratta di un primo passo importante affinché il nostro Paese possa rientrare nella legalità sul fronte del diritto all’informazione, ponendo fine all’impunità della Commissione di vigilanza RAI, che per troppo tempo ha permesso ai partiti di decidere le regole del servizio pubblico in contrasto con leggi e Costituzione, come per esempio la scandalosa soppressione per 13 anni delle tribune politiche previste dalla legge”.
Il Comitato, infine, ritiene ciò che sta accadendo in Afghanistan come il peggiore fallimento geopolitico degli ultimi tempi e lancia, in occasione del prossimo 11 settembre, una mobilitazione nazionale, convocando nelle principali piazze del Paese presidi e manifestazioni intitolate “Insieme alle donne afghane, nessun silenzio in tempo di oppressione”