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Aborto, Libera di abortire e Radicali: il 13 settembre portiamo il cimitero dei feti in tribunale per i diritti di tutte le cittadine

“A Roma non è possibile abortire in modo civile”, lo ha dichiarato Francesca Tolino durante la conferenza stampa che si è tenuta oggi per illustrare l’azione popolare che la campagna Libera di Abortire, Radicali Italiani e Radicali Roma hanno intentato contro l’azienda ospedaliera San Giovanni, Asl e Ama, responsabili delle prassi indebite che hanno portato alla creazione di un cimitero dei feti presso il cimitero Flaminio di Roma. Una pratica che prevede la sistemazione di una croce sopra la tomba del feto con il nome e cognome della donna senza che questa, come nel caso di Francesca, ne sappia nulla. “Con il cimitero dei feti abbiamo superato ogni limite, è l’atto finale di un percorso pieno di ostacoli”, ha continuato Tolino che si è trovata ad affrontare un travagliato aborto teraupetico proprio all’Ospedale San Giovanni nel settembre 2019. Un calvario che Tolino, ora candidata al consiglio comunale per la lista Roma Futura, ha deciso coraggiosamente di condividere: “Ho messo a disposizione la mia esperienza perchè anche il silenzio è parte del problema. L’obiettivo principale è quello di riaccendere un faro  sull’aborto con un dibattito politico e il più possibile trasversale”. Con questo proposito hanno partecipato alla conferenza stampa diverse candidate alle comunali. 

Nastassja Habdank, responsabile pari opportunità GD Lazio e candidata al III Municipio per il Partito Democratico, ha dichiarato: “Ho presentato un ordine del giorno al Municipio riferito al cimitero dei feti ma è rimasto carta straccia e anzi ho ricevuto critiche anche dai miei. Per questo un atto forte come quello dell’iniziativa popolare è così importante:  l’aborto deve essere un argomento di cui si deve e può parlare, anche in ambito municipale e comunale”.

Flavia Restivo, candidata al consiglio comunale per il Partito Democratico, ha voluto sottolineare come il problema centrale sia “la mancanza di laicità dello Stato che si  riversa anche nella vicenda del cimitero dei feti”. 

Nella Converti, candidata al consiglio comunale per il Partito Democratico ha affermato: “Dare sepoltura a un feto non deve essere un obbligo ma una scelta, pretendiamo chiarezza di regole. E che la sindaca si pronunci a difesa di tutte le donne”. 

Alessandra Marchese, candidata al consiglio comunale per la lista Sinistra Civica Ecologista e farmacista ha ricordato come “la libertà di scelta parte dall’informazione, le farmacie comunali possono diventare un punto dove le donne vengono informate dei percorsi che si possono seguire”.

Isabella Borrelli, candidata al consiglio comunale per la lista Roma Futura ha detto: “Dopo 43 anni quella dell’aborto è una battaglia che ancora dobbiamo vincere. In Italia abbiamo una media del 70% di medici obiettori e una stima di. 10-13mila aborti clandestini. Stiamo combattendo per il diritto alla salute che è imprescindibile”. 

“L’azione popolare per noi è un atto di disobbedienza civile”, ha dichiarato in conclusione Simone Sapienza, candidato al consiglio comunale per la lista Roma Futura. “Non chiediamo risarcimento economico. La nostra eventuale vittoria dimostrerebbe che la scelta in caso di aborto deve essere solo ed esclusivamente delle donne, una scelta che si può fare solo se si ha la conoscenza. Dobbiamo vigilare in particolare a livello amministrativo, tra le pieghe dei regolamenti si nasconde la controffensiva dei movimenti no choice”. Il prossimo  appuntamento dell’iniziativa è fissato il 13 settembre quando si terrà un presidio davanti al tribunale (via Damiata 2) prima dell’udienza che avvierà il processo.