“Vladimir Putin ha vinto l’ennesima partita: il gasdotto Nord Stream 2 si farà senza che sia stata sancita nessuna sanzione giuridica in caso di violazione dei patti da parte russa. Gran parte della responsabilità politica grava sull’ex amministrazione Trump che non ha fatto nulla quando era ancora possibile fermarne la costruzione.”, lo affermano in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.
“E’ stata, infatti, esclusa la clausola denominata ‘kill switch’ che avrebbe consentito di bloccare il flusso nel gasdotto in caso di violazioni. Tutto è lasciato ai buoni uffici della Germania che tra pochi mesi perderà l’autorevole guida di Angela Merkel e all’arbitrio di Putin. Ora si tratta di ridurre il danno sia economico che politico inferto all’Ucraina. A rischio ci sono ben tre miliardi di dollari annui che Mosca paga all’Ucraina come tassa per il transito del gas.
L’Ucraina, inoltre, da sette anni è impegnata a difendere la propria integrità territoriale dall’aggressione dei separatisti del Donbass, sostenuti e finanziati da Putin (dopo avere subito il “furto” della Crimea con una aggressione militare). L’Unione Europea, che è rimasta fuori da una partita gestita interamente da Stati Uniti e Germania, deve fare sentire la propria voce.
Dubitiamo che lo faccia la Farnesina: il ministro degli Esteri Di Maio, che ha mantenuto le deleghe sulle ‘aree di crisi’ come quella ucraina, ha fatto insignire il primo ministro russo con l’onorificenza di ‘Cavaliere di Gran Croce’ lasciando così ben poche speranze di un suo interessamento alla causa”, concludono.