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Comitato Nazionale di Radicali Italiani. La Mozione Generale

Approvata con 30 voti favorevoli, 4 contrari e 7 astenuti

Mozione generale

e documenti aggiuntivi

Il Comitato Nazionale di Radicali italiani, riunito a Roma dall’11 al 13 aprile 2014

riafferma come obiettivo immediato l’obbligo della fuoriuscita dello Stato italiano dalla condizione letteralmente criminale nella quale si trova da decenni, attraverso gli strumenti indicati fin dall’inizio dai radicali e oggi fatti propri dalle Massime Autorità responsabili del Diritto in Italia. L’amnistia l’indulto, così come perfettamente individuati dal Presidente della Repubblica nel suo messaggio alle Camere dell’8 ottobre 2013, costituiscono la misura strutturale irrinunciabile che, “senza perdere nemmeno un giorno”, consentirebbero al nostro Paese di rientrare nella legalità costituzionale sia italiana che europea. 

Rilancia il Satyagraha “abbiamo contato gli anni, ora contiamo i giorni” iniziato il 28 febbraio per scandire quotidianamente il tempo concesso dalla Corte EDU allo Stato italiano affinché si ponga fine ai trattamenti inumani e degradanti che ormai da anni contraddistinguono l’esecuzione della pena e la custodia cautelare nei 205 penitenziari italiani. Ringrazia gli oltre 1.500 cittadini, in gran parte detenuti e loro familiari, che hanno animato la lotta nonviolenta assieme alla Segretaria di Radicali italiani, giunta oggi al 46° giorno di sciopero della fame mentre mancano 44 giorni alla scadenza ultimativa della Corte di Strasburgo. A questa scadenza si aggiunge quella del 12 maggio entro la quale la CEDU ha chiesto alla Repubblica italiana di fornire una risposta sul mancato governo del Vesuvio, un vulcano attivo alle cui pendici abitano 800mila persone, a seguito di una denuncia promossa da Marco Pannella, redatta e presentata grazie all’avvocato Paoletti.

Dà mandato agli organi statutari di inoltrare sollecitamente al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il dossier predisposto dall’avvocato radicale Deborah Cianfanelli sullo stato delle nostre carceri in vista della riunione in cui verranno valutate le misure adottate dall’Italia per corrispondere all’ingiunzione della sentenza Torreggiani.

Saluta la vittoria conseguita, dopo dieci anni di lotta, dall’Associazione Luca Coscioni e dal Partito Radicale, sancita proprio in questi giorni dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale il divieto della fecondazione eterologa. Ringrazia, in particolare, la Segretaria dell’Associazione, avvocato Filomena Gallo, ideatrice e regista della lunga battaglia giudiziaria per l’affermazione di inviolabili diritti costituzionali negati dalla Legge n.40.

Proprio nel momento in cui giungono a successo battaglie storiche radicali “zerovirgoladue” è la cifra degli ascolti concessi ai radicali nei TG dal sistema pubblico della cosiddetta informazione. Secondo i dati rilevati dal Centro d’Ascolto diretto da Gianni Betto nel periodo che va dal 21 febbraio al 31 marzo i leader radicali Emma Bonino e Marco Pannella non sono mai stati visti dal pubblico delle trasmissioni RAI.

Il Comitato di Radicali italiani identifica nell’ostracismo dei media il segnale di una più vasta e sistematica conventio ad excludendum da parte della degenerata “democrazia reale” italiana. Per questo, condivide la scelta della non presentazione alle prossime consultazioni elettorali europee e decide di dare il suo massimo apporto alle iniziative di denuncia presso le giurisdizioni internazionali della totale illegalità che principalmente si manifesta nella negazione del diritto alla conoscenza del popolo italiano.

Il Comitato di Radicali italiani evidenzia come la partitocrazia abbia assunto negli ultimi 20 anni nuove forme, mantenendo le vecchie pratiche, da sempre evidenziate dall’analisi radicale. Oggi si struttura in oligarchie e reti di potere legate o interne a partiti corporazioni.

Questa “nuova” partitocrazia occupa le strutture economiche della società italiana conservando i vizi del consociativismo e del metodo spartitorio. Essa  non agisce più prioritariamente tramite le Istituzioni e le assemblee elettive, ma attraverso un’enorme area solo formalmente privata, di fatto sottoposta a controllo partitocratico.

Questa nuova forma privata – elemento coessenziale al regime – non produce merito ed efficienza, ma sprechi, incompetenze e consenso partitocratico. Si tratta di un sistema – comprendente tra l’altro società partecipate da Enti locali e Regioni, Fondazioni bancarie e Cassa Depositi e Prestiti – che consente di eludere il rispetto delle regole di finanza pubblica – patto di stabilità – e di uscire dal perimetro del debito pubblico; una forma privata, conveniente al potere, utile a proteggere aree dell’economia dalla concorrenza. Radicali Italiani ha predisposto proposte che prevedono forme di controllo che si fondano su obiettivi definiti e risultati oltreché su verifiche di qualità dei servizi resi. Questa campagna politica è finalizzata, in ultima istanza, a garantire il diritto alla conoscenza in quest’ambito.

Il Comitato di Radicali italiani evidenzia inoltre che ulteriori condizionamenti all’economia si manifestano con il sistema dei sussidi statali. Il c. d. “ricatto delle mance”, risponde a logiche clientelari e viene concesso attraverso sconti fiscali e sussidi ai consumi di fonti energetiche fossili. Questi sono erogati in patente violazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale, obiettivi contenuti nelle norme comunitarie e nazionali.

La sistematica violazione dello Stato di diritto, certificata anche dalle 114 procedure d’infrazione aperte dalla Ue nei confronti dell’Italia, coinvolge, direttamente o indirettamente, con 37 di queste, il settore ambientale. L’ultima infrazione aperta è legata alla violazione delle direttive sulla protezione degli habitat. Il Comitato di Radicali Italiani impegna i suoi organi ad avviare una campagna politica finalizzata alla riforma organica della normativa nazionale sulla caccia, con l’obiettivo di renderla finalmente coerente con le direttive europee in materia.

Il Comitato di Radicali italiani decide di denunciare la Procura della Repubblica di Foggia per omissione d’atti d’ufficio per non aver proceduto all’arresto della Segretaria di Radicali italiani che il 16 gennaio scorso ha illegalmente ceduto il raccolto della sua coltivazione di cannabis terapeutica ai malati del Social Cannabis Club di Racale (LE), e ciò nonostante l’autodenuncia e l’ampia documentazione foto-video della disobbedienza civile.