“I video girati nel carcere di Santa Maria Capua Vetere sono l’ultimo capitolo di una serie di immagini di violenze, reazioni spropositate e soprusi da parte delle forze dell’ordine in Italia.
Per porre fine alle violazioni delle leggi che vedono un coinvolgimento delle forze di polizia e riaffermare il ruolo centrale di queste nella protezione dei diritti è ora, anche in Italia, di inserire i codici o numeri identificativi individuali per le forze dell’ordine, come elemento importante di fiducia”, lo afferma in una nota Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani.
“Il fatto che i singoli agenti e funzionari siano identificabili è un messaggio importante di trasparenza che mostrerebbe la volontà di rispondere delle proprie azioni e allo stesso tempo accrescerebbe la fiducia dei cittadini.
Grazie all’impegno di Radicali – continua – già nel 2012 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sui diritti fondamentali nell’Ue in cui, alla raccomandazione n. 192, si sollecitavano gli stati membri ‘a garantire che il personale di polizia porti un numero identificativo’.
Diversi stati dell’Unione europea hanno dato seguito a questa richiesta, ma non l’Italia. Da tempo anche Amnesty International Italia porta avanti la richiesta di esporre un codice identificativo alfanumerico sulle divise e sui caschi per gli agenti e i funzionari di polizia.
A beneficio della trasparenza e della tutela dei cittadini e delle forze dell’ordine chiediamo con urgenza che vengano discusse le numerose proposte parlamentari per rendere più agevole l’individuazione, tra cui quella del parlamentare Riccardo Magi di +Europa Radicali del 2019”, conclude.