È stata lanciata oggi a Pescara la campagna “Libera di Abortire” promossa da Radicali Italiani insieme a IVG ho abortito e sto benissimo, Non è un veleno, UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), Giovani Democratici Abruzzo, Giovani Democratici Milano, Si può fare e Take… Action!
“A più di 40 anni dall’entrata in vigore della legge 194 che ha decriminalizzato e regolamentato il diritto all’aborto, non siamo ancora nella condizione di decidere autonomamente e accedere liberamente all’interruzione volontaria di gravidanza, per colpa del numero altissimo di obiettori, delle violenze fisiche e psicologiche, dell’assenza di informazioni chiare e scientificamente corrette e delle amministrazioni anti-abortiste”, ha affermato durante la conferenza stampa nella sala del Consiglio regionale Giulia Crivellini, avvocata e tesoriera di Radicali Italiani.
Per il lancio della campagna è stata scelta appositamente la città di Pescara perchè l’Abruzzo è una delle regioni che più ostacola l’accesso all’IVG. “Qui ne abbiamo fatto le spese con la mozione Rapposelli al Comune di Pescara (assegni alle donne che scelgono di non abortire) e con la circolare dell’assessora regionale Verì che consente la somministrazione della pillola RU486 solo in ospedale e non nei consultori”, ha confermato Claudio Mastrangelo, segretario dei Giovani Democratici Abruzzo.
Nella tradizione delle battaglie radicali Libera di Abortire si prefigge di tutelare i diritti delle donne e delle persone che decidono di interrompere la gravidanza e di accompagnarle nel processo fornendo loro tutte quelle informazioni così difficili da reperire. L’obiettivo primario è quello di superare lo stigma che accompagna l’aborto anche tramite un appello al Ministro della Salute Roberto Speranza, con sette proposte riguardanti materie di sua competenza, che sono state illustrate dall’attivista della campagna Vittoria Loffi e sono consultabili sul sito http://liberadiabortire.it “Rivendichiamo il protagonismo nel dibattito pubblico delle persone che hanno abortito, perché si possa dire finalmente dire che abbiamo abortito e possiamo stare benissimo”, ha affermato Federica Di Martino di IVG ho abortito e sto benissimo. “L’aborto è l’emblema dei diritti previsti dalla legge ma disconosciuti nella applicazione della stessa. È un punto di partenza doveroso verso una totale revisione del rapporto tra stato e cittadini”, ha aggiunto Dario Boilini membro di Comitato di Radicali Italiani. Secondo le attiviste di Non è un veleno: “In Italia uno degli ostacoli al libero accesso all’aborto è l’informazione antiscientifica: ci battiamo perché le persone possano esercitare le propria libertà di scelta senza essere fuorviate da affermazioni scorrette che fanno leva su paure, tabù, narrazioni distorte e senza alcun appiglio scientifico”. L’UAAR, da parte sua, ha dichiarato: “siamo da sempre al fianco di tutte le persone che vedono compromesso o non riconosciuto il diritto all’autodeterminazione sessuale e riproduttiva, sull’aborto c’è ancora troppo da fare e siamo pertanto felici di poter contribuire a questa campagna”.
Dopo Pescara Libera di Abortire sarà presentata nelle conferenze stampa di Roma (21 maggio) e Milano (24 maggio). Per ora la campagna toccherà le dieci città italiane che più subiscono le conseguenze dei disservizi sull’aborto con dei manifesti – anche su camion vela – che raccolgono le testimonianze di chi ha subito violenze fisiche e psicologiche dopo aver scelto autonomamente e responsabilmente di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza. Tra di loro Francesca Tolino, attivista e protagonista dell’inchiesta dell’Espresso #innomeditutte, che ha denunciato il caso del cimitero dei feti al Flaminio di Roma. Chiamiamo a raccolta le attiviste e gli attivisti di tutta Italia: con un crowdfunding è possibile finanziare la campagna e portare i manifesti anche nella propria città.