Cannabis terapeutica in Lombardia, a più di due anni dalla mozione, ancora silenzio: “Ci sono aziende pronte a investire per la produzione, non si può più ignorare il tema”

Sono trascorsi oltre due anni dall’approvazione all’unanimità, il 4 dicembre 2018, della mozione n. 115 “Iniziative per la piena attuazione della normativa in materia di derivati della cannabis a uso medico” a firma Michele Usuelli, consigliere regionale di Più Europa/Radicali. In quell’occasione, la mozione aveva impegnato la giunta lombarda a:

  • Introdurre misure concrete e capillari per la formazione dei medici su tutto il territorio lombardo;
  • pubblicare i dati sul numero di pazienti e sulla quantità di farmaci utilizzati per il calcolo del fabbisogno di cannabis terapeutica a livello nazionale;
  • Istituire un tavolo di approfondimento tecnico-scientifico per stabilire le regole per la produzione e produrre delle linee guida ad hoc.

Nella giornata di oggi, 2 marzo 2021, il consigliere di Più Europa/Radicali Michele Usuelli ha rivolto alla giunta un’interrogazione a risposta immediata per conoscere lo stato di avanzamento della mozione. In oltre due anni dall’approvazione del testo, infatti, il silenzio ha continuato a regnare sul tema della cannabis terapeutica in Lombardia, un’attesa resa oggi inaccettabile dalla cronica carenza di farmaci e dai ritardi che la pandemia da coronavirus ha causato nell’arco dell’ultimo anno. 

Specificamente, si ricorda il caso di Walter De Benedetto, malato di una grave forma di artrite reumatoide e recentemente rinviato a giudizio per aver coltivato in casa alcune piante di cannabis per uso terapeutico, in assenza di farmaci disponibili. Ora, De Benedetto rischia fra i 2 e i 6 anni di carcere per spaccio. Un caso che anche i rappresentanti della campagna Meglio Legale stanno seguendo da vicino, dando supporto e risonanza alla sua battaglia. 

“Io sto con Walter De Benedetto”, ha dichiarato Usuelli in aula, portando per la prima volta lo slogan della campagna in Consiglio regionale della Lombardia. “A differenza di quanto avviene in questa giunta, lui è uno di quei cittadini che ci mettono la faccia”, ha aggiunto il consigliere, facendo riferimento alla cronica assenza dell’assessore Moratti dal Consiglio regionale, anche nelle occasioni in cui ci sono state interrogazioni rivolte direttamente a lei. 

“Nel 2015 una legge ha disposto la coltivazione della cannabis ad uso medico. Nel 2018 una utile legge regionale in Lombardia l’ha resa prescrivibile su ricetta rossa. L’area militare di Firenze, da cui le regioni si approvvigionano, ne produce però quote gravemente insufficienti, mentre è da tempo che in Lombardia si è disposta la creazione di un tavolo tecnico per superare le limitazioni e arrivare alla produzione”, ha proseguito Usuelli. “Io stesso sono stato contattato da una ventina di aziende, le quali mi hanno presentato piani di investimento da 3 a 20 milioni di euro ciascuno e che sarebbero pronte ad avviare la produzione. Non si tratta solo di un diritto dei pazienti ma anche dello sviluppo economico di questo Paese. Regione Lombardia deve attivarsi per dare seguito a un suo dovere e prendere contatti con chi ha il potere di modificare la produzione, specificamente il ministero della Difesa e quello della Sanità, che in questi anni sono stati gravemente manchevoli. Coloro che necessitano di cannabis terapeutica sono cittadini per i quali è stato redatto un piano di salute specifico, che in quanto tale non può essere ignorato”.

Secondo stime della Coldiretti, la coltivazione di cannabis terapeutica da parte di privati in Italia porterebbe un reddito da 1,4 miliardi di euro e consentirebbe la creazione di 10mila posti di lavoro. Malgrado il fabbisogno di cannabis terapeutica in Italia si stimi intorno ai 2000 kg all’anno (fonte INCB, International Narcotic Board, massima autorità mondiale in tema di cannabis terapeutica), secondo statistiche internazionali nel 2019 l’Italia ha acquistato meno di 950 kg di cannabis terapeutica. Per un confronto, in Germania, nello stesso anno, il fabbisogno, calcolato su 80 milioni di abitanti, era di 8,8 tonnellate.