“Era il 2013 quando il cosiddetto Decreto “Terra dei Fuochi” dava il via alla mappatura dei terreni agricoli della Regione Campania interessati da contaminazioni a causa di sversamenti e/o smaltimenti abusivi di rifiuti anche mediante combustione, e la successiva classificazione ai fini dell’uso agricolo. Sette anni dopo sappiamo poco o niente di quello che poteva essere un prezioso lavoro”, afferma Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani.
“Il Gruppo di lavoro Terra dei Fuochi, istituito attraverso la direttiva del 23 dicembre 2013, era composto da rappresentanti del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA), Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), Istituto superiore di sanità (ISS), Regione Campania, Agenzia regionale per la protezione ambientale in Campania (Arpac), Istituto zooprofilattico sperimentale Abruzzo e Molise (IZSAM), Istituto zooprofilattico sperimentale del mezzogiorno (IZSM), Università degli Studi di Napoli Federico II”, aggiunge.
“Oggi sul lavoro del gruppo alcune domande sono d’obbligo: perché le relazioni si fermano al 2017? Perché i risultati delle relazioni del 2014, 2015 e 2017 non sono mai stati discussi pubblicamente? Che fine ha fatto la relazione del 2018? E le altre?”, conclude.
Roma, 17 dicembre 2020
Campagne