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Covid: digiuno e indulto antiproibizionista per emergenza carceri

“Abbiamo deciso di unirci allo sciopero della fame lanciato dalla radicale Rita Bernardini. Oggi dunque pratichiamo il digiuno come forma di dialogo per chiedere al governo e al parlamento di prendere misure adeguate affinché il Covid-19 non dilaghi ulteriormente nelle carceri”, affermano Giulia Crivellini e Barbara Bonvicini, tesoriera e membro della direzione di Radicali Italiani. 

“Più di 500 persone dall’11 novembre si sono unite a questa azione nonviolenta e stanno chiedendo a gran voce di disinnescare la bomba pandemica negli istituti di pena riducendo la popolazione carceraria anche tramite misure come l’indulto e l’amnistia. Non possiamo rimanere immobili”, aggiungono, “i contagi sono in continuo aumento tra detenuti, agenti e personale che lavora negli istituti penitenziari. Ricordiamo che nelle carceri ci sono anche dei bambini.

Per tutta risposta i provvedimenti delle istituzioni e del Ministro Bonafede sino ad oggi sono stati del tutto insufficienti. Sappiamo inoltre”, sottolineano, “il motivo del 35% delle detenzioni: è l’articolo 73 del Testo Unico in materia di stupefacenti. Il 25% dei detenuti è tossicodipendente.

Chiediamo allora un indulto antiproibizionista. Lo stesso senatore Gasparri ha sostenuto che “i tossicodipendenti non devono stare in carcere”. Bene, anche a lui lanciamo il nostro appello: si parta subito da un indulto antiproibizionista”, concludono.

Roma, 23 novembre 2020