Fontana in aula in Consiglio regionale Lombardia: non chiarisce né ammette i propri errori, appoggeremo eventuale mozione di sfiducia

Questa mattina, 27 luglio, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana è intervenuto in aula in Consiglio Regionale per dare conto del proprio operato circa l’emergenza coronavirus in regione. Secondo Michele Usuelli, consigliere regionale di +Europa/Radicali, l’intervento è esecrabile e non dà risposte né chiarimenti, e anzi pecca di una sostanziale mancanza di umiltà da parte della giunta nell’ammettere i propri errori.

“Il presidente Fontana dice che l’epidemia non era prevista né era prevedibile. Questa è un’affermazione opinabile. Dice che l’Organizzazione mondiale della sanità si è mossa tardi. Forse. Che la Cina ha nascosto la verità. Probabilmente. Che il presidente del Consiglio Conte e che il ministro Speranza hanno sottovalutato. Certamente. Ma manca del tutto, anche oggi, una minima parola di autocritica sul comportamento di Regione Lombardia nella gestione dell’emergenza”, ha dichiarato Usuelli nel suo intervento.

Usuelli punta il dito contro la quarantena per i minori rientrati dalla Cina a febbraio, una delle prime misure proposte per il contrasto all’emergenza, difesa dal presidente Fontana nel suo intervento. “Confermo che si tratta di una polemica razzista di quattro governatori leghisti, che non ha aiutato e invece ha avvelenato il dibattito pubblico. Qui il governo nazionale vi è parzialmente venuto dietro. Si sono messi i sacchi alla finestra per proteggersi da una minaccia esterna senza mai prendere in considerazione che il virus era già dentro casa, e che il contagio circolava già liberamente, perché le polmoniti anomale in Lombardia c’erano fin dal 10 gennaio”.

Usuelli condanna la gestione di tutto il sistema lombardo della sanità: “Non è stato attivato un meccanismo di comunicazione dal basso, e questo è successo perché è da 27 anni che le destre distruggono la sorveglianza epidemiologica, considerata da sfigati perché non produce danaro”.

I numerosi errori della giunta si evincono sin dalle prime azioni intraprese. Sui protocolli diagnostici, ad esempio, “cinque giorni dopo la scoperta del focolaio di Codogno la Lombardia decide di cambiare strategia, stabilendo che i tamponi andassero fatti soltanto ai pazienti con sintomi tanto gravi da necessitare un ricovero“, spiega Usuelli. “Io stesso ho iniziato a ricevere decine di telefonate di colleghi medici che mi dicevano che non sapevano quale protocollo seguire. Sono corso in unità di crisi per cercare di informarvi, ma niente. Avete applicato ciò che diceva Trump: meno diagnosi si facevano, meglio sarebbe stato per i dati epidemiologici della Lombardia, che sarebbero risultati migliori di altri. Ma la polvere sotto il tappeto è diventata una polveriera”.

Infine, Usuelli si esprime sulla questione dei camici: “Fontana non ha chiarito la consecutio temporum degli eventi, e dice una bugia. Il bonifico fatto all’azienda Dama risale al 19 maggio. Noi il 26 maggio abbiamo chiesto che il presidente riferisse in aula, e poi il 7 giugno quando è emerso il caso in seguito alle inchieste giornalistiche ha dichiarato che non sapeva nulla della procedura. L’assessore Raffaele Cattaneo si è giustificato dicendo che in emergenza si è chiesto tutto a tutti. Giusto. Ma perché allora Fontana non ha detto che tra le aziende c’era anche quella del cognato?”, chiede Usuelli.

“Far cadere una giunta è obiettivo politico di una certa opposizione. Noi non siamo affascinati dal tintinnio delle manette, ma siamo per una valutazione politica della mala gestione della sanità in Lombardia”, conclude Usuelli. “Continuiamo, inascoltati, a lavorare per fare una opposizione istituzionale. Ad ottobre serviranno ancora tamponi a tutti: il nuovo direttore generale Welfare Marco Trivelli ha esordito in commissione Sanità dicendoci che farli a scuola non andava bene. Lo invitiamo a studiare i nostri due emendamenti sul pooling di test sierologici e tamponi. Ci permetteremo alla fine di dargli un voto”.